Se il Var esiste ogni tanto può essere usato anche quando c’è un episodio dubbio a favore del Pisa. Sarebbe stato bello cominciare a raccontare lo 0-0 di Bari partendo dalla grande partita a livello tattico e in fase difensiva del Pisa, stavolta più incerto del solito in attacco, e invece l’episodio chiave della partita condiziona un po’ anche l’analisi a bocce ferme di una partita che vede comunque il Pisa portare a casa il nono risultato utile consecutivo. Il nono dopo il ritorno di Luca D’Angelo.
Colpo da ko ma non da rigore. Al minuto 11 della ripresa il portiere del Bari Caprile esce di pugno su un cross di Mastinu ma colpisce nettamente Touré. Il tedesco finisce a terra, l’arbitro Cosso lascia correre e soprattutto il Var non richiamala sua attenzione. Un episodio simile è avvenuto anche in Argentina-Polonia ai mondiali in Qatar e in quel caso il Var ha richiamato l’attenzione del direttore di gara che è andato a vedere al monitor l’episodio incriminato. In quell’occasione l’arbitro ha rilevato il contatto tra il portiere polacco Szczesny e Leo Messi. Decretando il rigore. A Bari questo non è accaduto. A Cittadella, ad esempio, nella prima giornata di questo campionato ogni volta che l’arbitro Zufferli è stato richiamato dal var ha cambiato decisione punendo il Pisa con tre rigori contro. Restando in tema di decisioni arbitrali Cosso ieri  ha visto bene in occasione dei due gialli a Rus ma ha tollerato il gioco duro di Maiello che non è stato neppure ammonito.
Buona fase difensiva. Analizzando la partita va detto che D’Angelo a livello di organizzazione è stato molto bravo. I nerazzurri hanno concesso al Bari, terzo in classifica, qualche occasione solo quando sono rimasti in dieci nel finale. Una traversa di Pucino, un’altra scheggiata dal nuovo entrato Benedetti e un paio di buoni interventi di Livieri. In precedenza i brividi erano arrivati solo per un flipper tra Rus e Scheidler finito fuori di un soffio. L’attaccante francese è stato letteralmente annullato da Barba che merita la palma di migliore in campo. L’ex Empoli è stato determinante anche in chiusura su Botta prima dell’assalto finale. Azzeccata la mossa di D’Angelo di puntare a destra su Hermannsson visto che Folorunsho si è animato solo nel finale. Ma è tutta la squadra che è piaciuta in fase di non possesso. Anche i nuovi entrati hanno capito le difficoltà del momento e hanno aiutato Livieri e compagni a mantenere la porta inviolata, terzo clean sheet della stagione, e portare a casa un punto davvero prezioso.
E’ mancato l’ultimo passaggio. La squadra non ha rinunciato a giocare. Tutt’altro. Nel primo tempo si è lasciata preferire al Bari nonostante Caprile non sia stato impegnato, così come è stato poco impegnato Livieri. Nella ripresa, prima dell’espulsione di Rus, le occasioni migliori sono capitate a Touré, sugli sviluppi di una punizione di Tramoni, e allo stesso Rus pericoloso su calcio piazzato. Con Caprile costretto a salvarsi in angolo. Nel complesso però è mancato l’acuto, il guizzo vincente. L’ultimo passaggio. Insomma, il ricamo giusto per andare in porta. Morutan si è mosso bene ma ha sbagliato la misura dell’assist per Matteo Tramoni a metà primo tempo. Torregrossa si è battuto ma non ha mai tirato in porta e lo stesso Tramoni stavolta non ha sfruttato al meglio la sua velocità e l’abilità nell’uno contro uno. Gliozzi e Sibilli sono stati in campo soprattutto nel momento di maggior sofferenza ma va detto che alla fine il più pericoloso si è rivelato Touré. Il tedesco, al di là della grande occasione con il destro e del rigore negato, si è confermato in grande condizione. Autentico uomo in più nell’alimentare la manovra. La qualità nel palleggio è un po’ mancata a Nagy e anche Mastinu e Marin hanno svolto un lavoro più utile alla quantità che alla qualità. Adesso bisogna subito pensare all’Ascoli che arriva all’Arena giovedì alle 18. Un successo lascerebbe il Pisa dell’era D’Angelo in perfetta media inglese. Vittoria in casa e pari fuori. Una media da alta classifica.

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