La strada è lunga ma quella conquistata ieri per 3-1 a Perugia è una vittoria che fa classifica, morale e da speranza soprattutto perché il Pisa, con pregi e difetti, si è dimostrata squadra meritando la vittoria contro una squadra in grandi difficoltà come i nerazzurri. Il Pisa  stata squadra vera che ha affrontato con determinazione la partita dal fischio d’inizio a quello finale. Segnando tre gol, mangiandosene come minino almeno altri tre, soffrendo, subendo un pari che già profumava di beffa, malgrado il buon secondo tempo del Perugia che però non impegnava quasi mai Nicolas, e infine andando all’attacco quasi a pieno organico, e portando l’episodio a suo favore. Quello del rigore poi trasformato da Gliozzi, autore di una doppietta, che precede il gol finale di Touré. Un gol arrivato nel recupero in pieno D’Angelo style. Un gol arrivato grazie alla caparbietà di un paio di giocatori, Marin e Morutan, entrambi subentrati nella ripresa, che sono andati a pressare il portatore di palla avversario fin dalla propria area.
Tu chiamale se vuoi emozioni. Prima dell’aspetto tecnico bisogna evidenziare quello umano. Luca D’Angelo si è ripreso il Pisa già a San Piero, con il pieno di fiducia negli allenamenti, e quanto meno a livello di mentalità ieri abbiamo visto la sua creatura in questo suo secondo inizio. Un Pisa che soprattutto  nel primo tempo ha giocato molto bene, verticalizzando quando ‘era da verticalizzare, difendendo quando c’era da difendere. Tutti insieme, tutti pronti al sacrificio. Il gol lampo di Gliozzi, su cross perfetto di Nagy, vede entrare tutta la panchina in campo a far festa sotto il settore ospiti. Una vera liberazione. Però sappiamo bene che nel D’Angelo pensiero non contano solo le emotività ma anche lo studio dell’avversario, non facile perché anche il Perugia ha appena cambiato tecnico puntando su Silvio Baldini, e l’aspetto tattico. Un 4-3-2-1 con la stessa difesa vista a Venezia, nell’ultima partita di Rolando Maran in panchina, ma un centrocampo diverso anche alla luce della squalifica di Ionita. Touré era decisamente l’uomo in più, a tratti è stato travolgente, e sullaa destra si alzava spesso sulla linea degli attaccanti. Mastinu a sinistra tornava a far legna e a sovrappore con Beruatto,altro giocatore rinato, rubando spesso palla e avviando tante azioni. Nagy non faceva solo il compitino ma risultava decisivo come in occasione del gol. A supporto di Gliozzi, che gol a parte faceva una mole di lavoro enorme sia a livello fisico sia dal punto di vista tecnico, D’Angelo puntava su due giocatori già utilizzati da Maran ma apparsi in ripresa. Sibilli appariva più incisivo del solito, responsabilizzato dalla fascia di capitano, e Matteo Tramoni correva tantissimo. Peccato per il gol sbagliato a fine primo tempo, dopo un gesto di altruismo forse inatteso da parte di Gliozzi, ma il talento della Corsica si è mosso bene e si è anche liberato al tiro con una certa disinvoltura. Insomma dopo 45 minuti era più forte il rimpianto per non aver raddoppiato, merito anche delle aprate dell’ex Gori, che la gioia per aver chiuso per la prima volta il primo tempo in vantaggio e senza gol al passivo. Sembra poco ma non è.
La forza di volontà vince su tutto. Nella ripresa la reazione del Perugia era prevedibile. Nel primo tempo i padroni di casa avevano perso tutti i duelli con i giocatori nerazzurri. Si perché il calcio è fatto anche di duelli, di uno contro uno, di tecnica. Non solo di numeri e moduli. Lisi e Kouan erano gli unici, insieme a Gori, a dare un po’ di animo agli umbri anche se Nicolas per 45 minuti ha fatto lo spettatore non pagante. Nella ripresa il portiere brasiliano non ha fatto gli straordinari ma con l’ingresso di Paz, meno con quello di Santoro, e la crescita di Bartolomei il Perugia prende campo e il Pisa si abbassa troppo. Anche perché Gliozzi ce la fa ancora a dare una mano ma Matteo Tramoni va in apnea e anche Mastinu cala comprensibilmente il ritmo. D’Angelo gli toglie per dare spazio a Marin e Jureskin. Il croato potrebbe anche raddoppiare in due occasioni, poi si scoprirà che non stava benissimo e infatti sarà sostituito, anche se il Perugia tiene il Pisa in apprensione soprattutto sui cross e sulle palle inattive. Forte di un colpitore di testa come Angella. proprio il capitano anticipa tutti e permette a Di Carmine di segnare il gol del pareggio nell’unica occasione concessagli da Barba e compagni. Nelle prime uscite questo brutto colo poteva essere una mazzata. Non ieri. Marin si conquista una punizione sulla trequarti con il Perugia che forse è ancora con la testa ad esultare per il pari. Sulla punizione il tocco di amno di Angella è evidente. L’arbitro Marchetti concede il rigore confermato dal Var. L’attesa però alimenta una guerra psicologica tra Gliozzi e Gori, i due hanno giocato insieme al Como, vinta dall’attaccante nerazzurro. Poi il gol di Touré diventa la ciliegina sulla torta. La classifica dice che il Pisa è terz’ultimo con cinque punti e due squadre sotto. Adesso testa al Parma perché c’è ancora tanto da lavorare ma almeno la prossima settimana si comincia con un bel sorriso sulle labbra. Merito di tutti ma in particolare di quell’omone in panchina che quanto meno ha ridato un pizzico di serenità.

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