Testa alta, personalità, sicurezza nei proprio mezzi e voglia di provare a vincerla fino alla fine. Anche quando gli avversari avevano alzato i ritmi ed entrambe le squadre si erano allungate. Questo e tanto altro è stato il Pisa che ha pareggiato per 1-1 ieri al Tardini di Parma in casa di quella che addetti ai lavori, media e quant’altro indicavano, e indicano ancora, come l’ammazza campionato o quanto meno la candidata numero uno alla promozione in A. Una tesi confortata dall’alta qualità della rosa che però ha mostrato più spine del Pisa che è una delle poche squadre che finora ha un’identità conclamata in questo torneo. Un Parma che intanto guarda il Pisa capolista restare imbattuto e mantenere 8 lunghezze di vantaggio. E’ solo l’inizio ma dopo aver vinto due gare in trasferta, subito dopo la prima sosta del torneo, e battuto il Monza all’Arena il Pisa ha superato alla grande un altro esame di maturità.
Partenza a mille. Se i novanta minuti del Tardini sono stati intensi e spettacolari, i primi venti sono stati quasi un monologo nerazzurro. Anzi verde, visto che dopo il successo di Vicenza veniva riproposta questa divisa che sa tanto di portafortuna. Ma qui non c’entra niente la fortuna. La squadra c’è e D’Angelo rispetto all’ultima vittoria apporta pochi ma importanti correttivi. Mette Birindelli a sinistra per Beruatto e lascia in panchina Cohen, entrambi ci resteranno per tutta la gara, e rilancia dal 1′ minuto Gucher che va a fare il trequartista spostando più avanti Sibilli per garantire al tempo stesso qualità e velocità. Le mosse funzionano. La squadra è padrona del campo e porta in area avversaria sempre tanti giocatori. Le occasioni fioccano. La prima è per Gucher che alza di testa un cross di Nagy, ottimo il suo impatto, da destra. La seconda capita a Sibilli su lancio perfetto di Leverbe, un vero asso nella manica nella costruzione dal basso, ma Buffon fa il Buffon e si tuffa all’angolino sventando il pericolo. Al terzo tentativo il Pisa passa: altra azione insistita avviata da una verticalizzazione di Marin, giocatore cresciuto in maniera esponenziale, rifinita a sinistra da Sibilli per Birindelli che crossa in maniera sublime per Lucca che allunga il piatto come se fosse la cosa più facile del mondo per un ragazzo di due metri. Buffon stavolta è battuto e Lucca aggancia la vetta della classifica cannonieri che condivide a quota 5 reti  con Corazza e Mulattieri. La curva ospiti del Tardini esplode di gioia. E’ una cosa da brividi, bellissima. La squadra incanta e merita applausi a scena aperta.
La reazione del Parma. Però si sa ci sono anche gli avversari che sono forti e non ci stanno. Dopo l’uscita di Juric l’allenatore Maresca ridisegna il Parma che non vuol certo perdere la terza partita di fila. E allora l’ingresso di Felix Correia porta più pericolosità sulla destra del Parma ma soprattutto il fatto che Coulibaly e Mihaila sulla sinistra iniziano a macinare chilometri con la rapidità di un Jacobs o di un Bolt crea al Pisa qualche grattacapo dalla parte di Hermannsson che comunque ci mette mestiere anche in un ruolo non suo. Ma la squadra è brava a resistere concedendo qualche angolo e nel primo tempo rischia grosso solo quando Tourè la spizza di testa e Nicolas compie un guizzo non inferiore a quello di Buffon, poi sul proseguo dell’azione Vazquez fa l’unica cosa da ricordare della sua partita mettendo una gran palla per Cobbaut ma Caracciolo salva sulla linea. E’ il momento che i tifosi del Pisa saltano insieme ai difensori nerazzurri per difendere il vantaggio come ha detto D’Angelo a fine partita. Il Pisa però si ricompatta e chiude bene il tempo grazie anche a un capitan Gucher in crescita che da lontano sfiora l’incrocio su appoggio di Sibilli che è come il prezzemolo e mette lo zampino in tutte le azioni.
Fame e voglia di vincere. La ripresa comincia con un Pisa che parte ancora forte. E forse sta qui l’unico rimpianto del pomeriggio piovoso di Parma. Sibilli mette sull’esterno della rete dopo una sponda di Lucca. Quando la squadra sembra in controllo il Parma recupera una gran palla a centrocampo e dopo un rinvio della difesa Schiattarella, il Pisa reclama un fallo di mano, apre a destra per Mihaila, tra i migliori dei suoi, che mette al centro un pallone insidioso che attraversa tutta l’area nerazzurra e arriva sui piedi Delprato che anticipa Birindelli e pareggia. Da qui in poi è un susseguirsi di emozioni anche perché  inevitabilmente gli spazi diventano infiniti come il mare e c’è modo di vivere un sussulto dietro l’altro nonostante la stanchezza da entrambe le parti. Il Pisa la può vincere ancora, palo di Birindelli, servito sempre da Sibilli, e occasionissima per il nuovo entrato Piccinini, ma può anche perderla con Nicolas che è super su un tiro di Brunetta, altro ottimo equilibratore del gioco, e soprattutto su Mihaila. Inoltre Leverbe frena un contropiede del nuovo entrato Inglese che come Tutino, stavolta non ha fatto male al Pisa, è rimasto ingabbiato nella morsa del francese e di Caracciolo. Il finale ha confermato la personalità e il coraggio del Pisa e di D’Angelo. Provare a vincerla anche a costo di perderla. Questa squadra ha fame. La filosofia è questa. I cambi stavolta non hanno risolto la gara ma non sono mai conservativi. Basti pensare che quando è uscito Birindelli è entrato un centrocampista, Piccinini, e che nel Marin ha chiuso la gara terzino come contro il Monza. Il pareggio può andare bene. Visto che il Parma è felice per averla ripresa, il Pisa può esser contento di aver giocato una gran partita. La prestazione di ieri è la riprova che questa squadra ha dei valori importanti. Ora però c’è da pensare al settimo esame quello di sabato con la Reggina, perché come diceva il grande Eduardo De Filippo gli esami non finiscono mai. Ma il Pisa per ora resta in cattedra.

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