In tre giorni a volte si possono capovolgere tante cose e così il Pisa bello, concreto e vincente visto con la Cremonese lascia il posto a una squadra che ad Ascoli è stata poco determinata e distratta nei momenti cruciali della partita.
Sconfitta meritata. Un 2-0 maturato verso il finale del primo tempo su due palle perse in attacco concretizzate da Dionisi con l’aiuto delle praterie lasciate dalla difesa nerazzurra e di un Nicolas stavolta incerto in entrambe le circostanze dopo esser stato decisivo con la Cremonese. Se con la Cremonese D’Angelo aveva azzeccato tutte le mosse nella sfida con Pecchia, stavolta è stato Sottil a non sbagliare un colpo sotto l’aspetto tattico. Come ammesso anche dal tecnico nerazzurro che ha fatto una serena auto critica a fine a fine partita. La sconfitta del Del Duca però non si può derubricare ai due episodi decisivi. Il Pisa era diverso da quello sceso in campo domenica scorsa anche perché giocando ogni tre giorni per D’Angelo non è mai facile schierare la stessa formazione. Non sono alibi, è così per tutti, e anche per questo si spiega l’equilibrio di un campionato incerto più che mai con sette squadre nel giro di sette punti. Il Pisa è sempre lì, stavolta secondo, dopo che dal turno infrasettimanale è la Cremonese ad essere salita in testa alla giostra faticando con il Pordenone ultimo della classe.
Ascoli più reattivo al via. Il tecnico pescarese non ha potuto disporre di Beruatto e Touré, entrambi influenzati, e non aveva al meglio Marin e Torregrossa, entrati nella ripresa. Tornabva titolare dopo tanti mesi De Vitis e gli esterni non erano quelli di ruolo con Hermannsson a destra e Birindelli a sinistra. La prestazione però , inutile negarlo, è stata deludente. Intanto per l’approccio iniziale. Nel primo quarto d’ora l’Ascoli aveva schiacciato il Pisa nella propria metà campo ed era andato in gol subito dopo due minuti con Baschirotto ma Mariani annullava per fuorigioco. Mastinu salvava Nicolas con una gran diagonale su lancio di Falasco ma il pallone era quasi sempre nella tre quarti del Pisa. Il Pisa soffriva soprattutto la qualità di Federico Ricci e andava in emergenza sugli esterni, soprattutto dalla parte di Hermannsson, anche per la spinta di Saric e Caligara, mossa a sorpresa di Sottil al posto dello squalificato Collocolo. Tutta la squadra faceva fatica a costruire. Le fonti del gioco stavolta sono state bloccate. Sia Nagy che Benali, determinanti con la Cremonese, non hanno mai vverticalizzato il gioco e il centrocampo in generale ha fatto fatica sulle seconde palle. Merito anche di un Ascoli che è stato più determinato dei nerazzurri.
Nerazzurri fermi al palo. Va detto però che il Pisa nel primo tempo era riuscito un passo alla volta a guadagnare metri e tutto sommato nella parte centrale del primo tempo ha fatto anche meglio dell’Ascoli colpendo un palo su punizione con Mastinu, conquistata da De Vitis, e creando una buona occasione con Lucca, su assist di Benali, e Puscas su sponda del centravanti della Nazionale Under 21. Il Pisa però ha il torto di alzarsi troppo nel finale di tempo e viene punito due volte. De Vitis, che fin lì era stato l’unico interdittore a riuscire a far legna, veniva saltato troppo facilmente da Dionisi sul primo gol dove Nicolas non riesce a respingere. Qui serviva calma e sangue freddo e invece no. Tutti avanti e così per Dionisi, sul quale non fa in tempo a chiudere Mastinu, è un gioco da ragazzi segnare il 2-0 con palla in mezzo alle gambe di Nicolas. Nella ripresa la squadra ha provato a reagire ma l’Ascoli ormai aveva portato la partita sulla sua riva e si è difeso con ordine ripartendo in contropiede. Gli ingressi di Berra, Sibilli, Marin e poi di Torregrossa e Cohen non cambiano la sostanza. L’Ascoli è in controllo, soffre raramente e nel finale sfiora anche il tris con Bidaoui e Tsadjout che per poco non approfitta di un pasticcio di Nicolas.
Ripartire da Lucca e dalle certezze. Una delle poche note liete della serata, forse l’unica, è stata la prestazione di Lorenzo Lucca. Il centravanti ha fatto reparto da solo, è riuscito a conquistare tante punizioni, ha protetto bene la palla e ha cercato il dialogo prima con Puscas e poi con Torregrossa. E’ stato l’unico a impegnare Leali in una parata difficile e ha conquistato il piazzato che portato alla chance di testa per Torregrossa. Insomma le due occasioni che potevano riaprire il finale. Adesso c’è da voltare pagina e pensare al Cittadella per andare alla sosta con il sorriso. Nessun dramma, siamo sempre sulla giostra. E diventa importante esserci anche con Lorenzo Lucca. Servono gol per la promozione oltre a quelli di Torregrossa e Puscas. e i suoi possono essere determinanti come quelli di inizio stagione. Se il Pisa è sempre la difesa più forte, nonostante due gol evitabili, è altrettanto vero che con 39 gol fatti è quella che segna meno tra le prime otto. Non è comunque una partita negativa a fare la storia di una squadra. Se il Pisa è secondo, assieme al Lecce,  a un punto dalla prima in classifica non è certo un caso. Se la squadra per 25 giornate è prima o seconda, contando anche i pari merito, è segno che i valori ci sono. Anche prima degli innesti invernali.   E poi questo Pisa  non può essere la brutta copia di quella squadra che appena quattro giorni fa ha entusiasmato tifosi e critica. Restano otto finali e il Pisa può farcela.

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