Dieci gol fatti, due subiti, quattro vittorie di fila. A volte i numeri non dicono tutto ma servono per spiegare un primato solitario e la quarta vittoria di fila dopo altrettante gare di campionato. Evento che a Pisa in B non si era mai verificato. Il 3-1 di Vicenza è meritato al netto di un’avversario che nonostante lo zero in classifica ha fatto soffrire i nerazzurri che però si sono dimostrati più forti mentalmente e soprattutto fisicamente proprio quando rischiavano di andare in difficoltà. D’Angelo ha risorse infinite in panchina. Anche ieri due gol sono arrivati in corso d’opera, Birindelli e Mastinu, e finora la metà delle reti nerazzurre arrivate dalla panchina. salgono a sei i gol segnati nella ripresa. Anche questo è un ottimo segno, significa che la squadra chiude le gare in crescendo. Il successo di ieri ci dice anche che sotto porta il Pisa non è Lucca dipendente e le reti arrivano anche grazie al dinamismo agli inserimenti di centrocampisti e difensori.
Altra bella reazione. Il Pisa si presenta al Menti sapendo già che se vince e primo da solo e sicuramente un pizzico di pressione poteva soffrirla. Poi la prima regola fondamentale del calcio, motivo per cui non potrebbero esserci competizioni, è quello che non si gioca da soli. Ci sono sempre gli avversari, può sembrare una banalità ma è proprio così. Il Vicenza poteva avere tutto contro, tre sconfitte di fila e situazione caotica con squadra in ritiro e silenzio stampa, e invece non è apparsa certo una squadra in disarmo. Per mezzora però il Pisa non ha sofferto ma non ha neppure alzato subito i ritmi in maniera vertiginosa con Marsura e Lucca bravi a sacrificarsi ma che si sono visti poco al tiro. Il Pisa però va sotto alla prima occasione concessa ma bisogna fare i complimenti a Bruscagin e a Proia che di testa è bravo ad inserirsi e anticipare Beruatto. Il Pisa rischia, Nicolas respinge con affanno un tiro di dal Monte, ma c’è. Ha voglia e determinazione dopo una grande occasione su calcio d’angolo con Lucca pareggia con uno stacco imperioso di Touré su un cross perfetto da destra di Gucher. Come dopo il rigore di Donnarumma la squadra si sente punta nell’orgoglio e fa subito male all’avversario.
Crescendo nerazzurro. Se c’è qualcosa che colpisce di questo Pisa è la capacità di saper soffrire. La squadra talvolta si allunga ma riesce a tenere grazie alla precisione di Leverbe e alla grinta di Caracciolo ma anche alla consistenza di Hermannsson, fin quando è rimasto in campo, e quando il Vicenza passa con Ranocchia è il var a salvare giustamente il Pisa per il fuorigioco di Meggiorini al momento del passaggio. E’ il momento decisivo. Lucca non segna ma si sacrifica, Marin è ovunque, Touré è gigantesco. Birindelli, appena entrato, sfiora il gol ma è Nicolas a compiere la parata più difficile di piede su un tiro di Dal Monte deviato da Caracciolo. Dopo l’uscita di Bruscagin per infortunio la partita cambia di nuovo. Beruatto spinge con insistenza a destra e bastano poche fiammate per mettere ko i veneti. I gol dalla panchina di Birindelli e Mastinu, rete capolavoro ispirata da Sibilli e soprattutto Masucci, è ils egnale che chi entra fa sempre il suo dovere. L’azione dell’ultimo gol è fatta da tre subentrati e oltre a Birindelli anche Nagy, subentrato a de Vitis, ha messo lo zampino sulla partita avviando l’azione del gol del pisano e gestendo palla da giocatore esperto qual è. I Queen cantavano Don’t stop me now. Può essere la colonna sonora perfetta dopo una gara di grande maturità e personalità.

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