C’era una volta il mercato di riparazione, quello che in autunno serviva per aggiustare i primi errori di fabbrica e mettere in pista l’auto, ovvero la squadra, riveduta e corretta. Oggi il mercato di riparazione si fa a gennaio, troppo tardi forse per sistemare le squadre, troppo roboante però per passare inosservato e non condizionare i campionati. Un mese intero di trattative, talvolta snervanti, che solo in rari casi fanno fare il salto di qualità a rose già allestite in estate. A differenza di oggi il mercato autunnale ti dava il tempo davvero di rimediare e cambiare il destino di una stagione anche perché gli acquisti venivano fatti dopo poche giornate di campionato, mentre nel calcio di oggi ad un nuovo tesserato gli resta meno di un girone per fare la differenza. Quasi trent’anni fa, nell’autunno del 1992, il mercato del Pisa fu molto animato e ricco di colpi di scena.
La ricerca di un attaccante. Dopo cinque giornate il Pisa di Vincenzo Montefusco ha realizzato appena tre reti. Due realizzate dallo stopper Mirko Taccola, che è già uomo mercato, e un’autore a favore nel successo in casa della Fidelis Andria. Per fortuna regge la difesa e nonostante alla quinta giornata sia arrivata la prima sconfitta, 2-0 in casa della Cremonese di Gigi Simoni, la squadra è sempre lì tra le grandi. Romeo Anconetani però non digerisce il ko dello Zini: < Ha vinto la squadra che ha tirato in porta, questa non è stata il Pisa>. Il messaggio è chiaro. L’attaccante Graziano Mannari, preso in estate in prestito dal Parma ma reduce da una stagione in C al Siena dove realizza un solo gol in 25 partite, e Lorenzo Scarafoni stanno facendo grande fatica sotto porta. Serve urgentemente un centravanti in grado di fare la differenza e risvegliare sotto porta Scarafoni che nella stagione precedente ha realizzato 13 reti proprio come Marco Ferrante, che è tornato al Napoli, formando una delle migliori copie del campionato. Il Pisa guarda al Torino dove trovano poco spazio Paolo Poggi e Christian Vieri. Poggi ha già maturato esperienza in C e in B con il Venezia, 31 presenze e 8 gol nella stagione precedente, mentre Vieri ha giocato con la Primavera granata ed esordito in A il 9 maggio 1992 andando anche in gol nel 4-0 al Genoa. Il Pisa sembra orientato su Poggi proprio perché conosce la categoria e ha molte più gare ufficiali nelle gambe rispetto a Vieri che è più di un semplice prospetto, anche se in quel momento appare ancora un diamante grezzo. Inoltre per caratteristiche fisiche e tecniche Poggi sembra la spalla ideale di Scarafoni. Il Torino però per prestare uno dei suoi gioielli al club nerazzurro ha chiesto in cambio Mirko Taccola che è cresciuto proprio nelle giovanili granata.
L’affare Taccola. Lo stopper calcesano è reduce da una grande stagione, 30 presenze e 4 gol e ha iniziato quella nuova ancora meglio. Tanti club lo cercano per la sua forza fisica , per il colpo di testa e anche per le doti di goleador. Oltre al Torino si fa avanti la Sampdoria, pochi mesi prima i blucerchiati hanno perso la finale di Coppa dei campioni con il Barcellona, e l’Inter ambiziosa allenata da Osvaldo Bagnoli. Ma anche Fiorentina e Napoli ci pensano. Taccola vorrebbe restare per cercare di raggiungere la serie A con il Pisa e anche il club pensa a una cessione immediata ma con la possibilità di tenere il giocatore fino alla fine della stagione. Taccola viene espulso a Creomana, 4 ottobre, e solo per coincidenza, da quel momento diventa uomo mercato e quella di fatto è la sua ultima partita in nerazzurro. L’offerta concreta la fa l’Inter del presidente Ernesto Pellegrini che la spunta in meno di venti giorni. Repubblica del 23 ottobre 1992 scrive: <Pellegrini, per portarsi in casa lo stopper pisano, ha sborsato tre miliardi e cinquecento milioni. A questi vanno aggiunti i duemilaquattrocento milioni lordi che la società nerazzurra spenderà (in tre anni) per lo stipendio del giocatore. Ancora non è chiaro se Taccola si trasferirà immediatamente a Milano, oppure se l’ Inter lascerà il giocatore ancora una stagione in Toscana. Ma nel caso in cui l’ operazione di trasferimento dovesse andare in porto immediatamente allora l’ Inter aprirà le trattative per cedere un altro difensore: Montanari>. Taccola andrà subito all’Inter e Montanari invece non arriverà al Pisa ma passerà al Bari. Anche per Taccola l’avventura all’Inter non sarà fortunata. Nove presenze e zero gol, con il derby di ritorno con il Milan giocato da titolare. Proprio quel derby gli è costato critiche eccessive per una mancata marcatura su Gullit in occasione del pareggio rossonero, un punto che ferma la rimonta dell’Inter in chiave scudetto e che serve al Milan di Capello per ipotecare il titolo.
Il rebus attacco. Per l’attaccante si va per le lunghe con il Torino. Il Pisa segue sempre Poggi e Vieri , che diventa il primo obiettivo visto che ha anche esordito con gol nella Nazionale Under 21, ma guarda anche alla serie C dove Girolamo Bizzarri che sta segnando a raffica con la Reggina. < Il mio sogno è quello di venire a Pisa. Adoro il presidente Anconetani che reputo uno dei più grandi intenditori di calcio, inoltre conosco molto bene Montefusco>, come riporta un’intervista dell’epoca apparsa su Il Tirreno. La Reggina però chiede tanti soldi e l’operazione sfuma. E allora Anconetani chiede a Corrado Ferlaino il nuovo prestito di Marco Ferrante. Un’operazione che renderebbe felice la società, il giocatore e i tifosi che gli avevano dedicato anche un coro. Ferrante trova poco spazio a Napoli, i titolari sono Antonio Careca e Daniel Fonseca, non proprio gli ultimi arrivati, e Anconetani ci ci crede . Il Napoli però decide di tenere Ferrante. Intanto alla vigilia della partita di Padova, 8 novembre, si sblocca la trattativa con il Torino. Vieri diventa nerazzurro ma solo dalla settimana successiva. Mondonico lo porta in panchina a Torino con la Lazio, dove gioca l’ultima mezz’ora. La buona mezz’ora di Vieri, il Torino vince 2-1 in rimonta e si porta al secondo posto, non cambia la sostanza.
Arriva Vieri, parte Larsen. L’affare è fatto. Vieri firma con il Pisa il 9 novembre e La gazzetta dello sport riporta le sue prime parole in nerazzurro: < Sono felicissimo perché credo che questa società sia un ottimo trampolino per di lancio per un ragazzo come me che ha ancora tanto da imparare. Non posso promettere niente adesso. Non vorrei che la gente si aspettasse troppo da me>. E infatti Vieri non può risolvere da solo i problemi della squadra in attacco, anche se l’inizio è confortante nonostante in quel periodo Vieri stia svolgendo il servizio militare ad Ascoli. Gol da vero falco dell’area di rigore all’esordio nell’1-1 casalingo in rimonta con il Verona del grande ex Lamberto Piovanelli. Doppietta anche nel trofeo Anglo italiano nel 4-3 al Bristol City, poi il buio. Vieri non ingrana e tornerà al gol solo nella gara di ritorno a Verona vinta 2-0 dal Pisa quando in panchina non c’è più Montefusco, esonerato a febbraio,  ma Mauro Viviani. Vieri torna  a Torino a fine stagione , non senza polemiche, e la sua carriera sarà quello di uno dei bomber più prolifici del nostro calcio. A Novembre 1992 saluta il Pisa Henrik Larsen, il danese campione d’Europa che era diventato il tormentone del mercato estivo. Il suo ritorno a Pisa dura pochi mesi. Il tempo di 8 presenze nelle quali rimedia un’espulsione con il Piacenza e una sostituzione dopo esser subentrato dalla panchina con il Modena. A Padova, nella sua ultima partita in nerazzurro, gioca appena 24 minuti e viene sostituito per scelta tattica con il difensore Dondo. Passerà all’Aston Villa a gennaio ma nonostante la seconda esperienza così fugace il danese è ancora oggi molto legato alla nostra città.  In attacco parte Mannari, va al Ravenna di Guidolin in serie C, e resta Cristian Polidori che tutto sommato riesce a salvarsi in un attacco complessivamente insufficiente in quella stagione.

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