Il 2-2 di Lignano Sabbiadoro con il Pordenone fa emergere pregi e difetti che hanno contraddistinto la stagione del Pisa. Da una parte la voglia di cercare di imporre il proprio gioco, dall’altra la scarsa attenzione nel gestire il vantaggio e nella fase difensiva. Non a caso la squadra ha subito 48 gol ed è la quinta peggior difesa del torneo. Fa male subire gol e ripartenze quando sei in vantaggio di una rete e in superiorità numerica. Con i nervi saldi questa partita il Pisa l’avrebbe portata a casa e invece siamo ancora a parlare di un’ennesima occasione persa.
La certezza Marconi. Se vogliamo partire dalle certezze una su tutte è quella che questo Pisa non può fare a meno di un attaccante come Michele Marconi. Al di là della doppietta nel giorno della centesima partita in nerazzurro e del fatto di aver superato per il secondo anno di fila la doppia cifra, Marconi è un punto di riferimento per l’attacco perché ti porta sempre via un uomo e conquista punizioni a ripetizione. Un gol da avvoltoio dell’area di rigore e un penalty guadagnato e trasformato con scaltrezza e freddezza. Anche se la squadra manda in gol 15 giocatori diversi non può prescindere dallo stato di forma del suo bomber. Vido, che mette lo zampino nel primo gol, è il partner ideale ma deve osare un po’ di più al tiro ed evitare veli e giocate effimere quando c’è bisogno di portare a casa la pagnotta. Un’altra certezza è quella di aver ritrovato il miglior Gucher. Quando gira l’austriaco la squadra esprime il meglio in una manovra che per il resto è stata a tratti troppo macchinosa. Specialmente nel finale quando la squadra teneva il pallino del gioco ma faticava a trovare sbocchi in una difesa ben chiusa.
Distrazioni fatali. I primi 10 minuti del Pisa erano stati di grande impatto. Un gol studiato in allenamento e qualche altra bella fiammata di Vido. Poi arriva il tocco di mano netto di Mazzitelli su innocuo colpo di testa di Berra e cambia subito la musica. Ciurria pareggia dal dischetto e da quel momento il Pisa si smarrisce per 20 minuti. Rischia grosso, sempre su Ciurria, dopo un pallone perso da Meroni e su un calcio d’angolo dove la difesa si addormenta e Gori ha un riflesso provvidenziale. Il Primo tempo però il Pisa lo chiude alla grande e dopo aver sfiorato la rete con Vido e Mazzitelli la trova con il rigore di Marconi. Nel secondo tempo la squadra continua però a lasciare troppo spazio in contropiede e perdere palloni di facile lettura come quello di Mazzitelli che manda in porta Ciurria e sul quale rimedia Caracciolo. Un suicidio calcistico quando sei in vantaggio e poi ti trovi con l’uomo in più dopo che Marin ( nel primo tempo ha rischiato grosso per un fallo su Mallamo in cui è stato ammonito)  costringe Barison al secondo giallo. Emblematica l’azione del pari neroverde quando Belli tocca corto per Mazzitelli e la squadra va in tilt con Ciurria che trova troppa facilità al cross e Zammarini troppa libertà sulla sinistra. Gori resta in porta, Mazzitelli non chiude e l’ex che è sempre di proprietà del Pisa appoggia in rete di testa a 25 minuti dalla fine.

Le scelte di D’Angelo non cambiano il finale. Fino a quel momento D’Angelo non aveva effettuato cambi e a quel punto prova a tornare in vantaggio partendo da due mosse. Fuori Marin che comunque ha garantito corsa e quantità e dentro Sibilli che va a fare il trequartista con Gucher che torna interno nel 4-3-1-2. Fuori anche Mazzitelli per  De Vitis che si piazza davanti alla difesa e riequilibra il centrocampo. Beghetto, entrato qualche minuto dopo  al posto di uno spento Lisi, stavolta entra bene ed effettua qualche buon cross e l’unico tiro in porta nei minuti di recupero che però non spaventa Perisan. Ma è sempre la difesa a mettere i brividi e per fortuna Ciurria non angola troppo il tiro permettendo la respinta a Gori sull’ennesima ripartenza che stavolta manda in crisi anche Caracciolo. Marsura e Benedetti rilevano Siega, scarso il suo contributo alla manovra, e Meroni. Ma ormai la partita è cristallizzata su un 2-2 specchio che il Pordenone onestamente ha meritato, sia per averci creduto e perché il Pisa gli ha permesso la rimonta.  Ben otto ammoniti e un espulso in una gara in cui l’arbitro Di Martino ha avuto il suo bel da fare e poteva anche estrarre il secondo giallo a Scavone in occasione del rigore concesso a Marconi. Probabilmente i 44 punti dicono la verità sul campionato dei nerazzurri a cui manca qualcosa per pensare al definitivo salto di qualità. Per farlo serviranno interventi importanti nel prossimo mercato. Queste quattro partite conteranno ovviamente per la classifica, il campionato non è finito, ma anche per chi cerca conferme in vista della prossima stagione.

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