La bella notizia è che con il punto conquistato ieri il Pisa è matematicamente salvo. Un traguardo non banale, anche se gli obiettivi dichiarati erano altri, perché la B è un bene per tutta la città e da queste parti tre campionati di fila tra i cadetti non si giocavano da 27 anni e tutti meritano un applauso per il lavoro complessivo degli ultimi tre anni. Detto questo la partita di ieri è stato lo specchio fedele della stagione attuale. Dentro c’è tutto: occasioni da gol, fatte e sprecate, errori banali, tanti infortuni, cattiva gestione del vantaggio e torti arbitrali. Il Pisa che pareggia 2-2 con il Venezia subisce l’undicesima rimonta in campionato. Non può essere un caso.  La terza quando si trova sopra di due gol all’Arena. Una beffa che manifesta ancora di più il vorrei ma non posso di una squadra sicuramente propositiva ma che non riesce a gestire le situazioni di comodo. A questo va sommato un arbitraggio, quello di Amabile, che ha lasciato a desiderare soprattutto quando ha concesso il rigore al Venezia vedendo un tocco di mano, che non c’è, da parte di Siega. La partita finisce con l’espulsione di Gucher che salterà la sfida di Brescia per squalifica, come Mazzitelli, mentre Caracciolo, Vido, Siega e Palombi sono in forte dubbio. Il tutto va a chiudere una stagione particolare anche sotto il profilo degli infortuni.

Bel calcio su entrambi i fronti. La sfida con il Venezia è stata comunque bella e aperta a ogni soluzione fin da subito. Occasioni da entrambe le parti con i veneti che meritano i playoff soprattutto perché propongono un bel calcio senza nomi altisonanti. La squadra di Zanetti sa sempre cosa fare con il pallone tra i piedi. Meno quando viene aggredita. E qui sta la chiave della partita, Venezia in possesso e Pisa pronto a ripartire,  soprattutto in un primo tempo che esplode subito dopo la mezzora quando dopo un palo di Dezi che spaventa Gori,  il Pisa riesce a infilare il Venezia soprattutto dalla parte di Ricci che era già stato incerto su un colpo di testa di Marin salvato sulla linea da Fiordilino. L’azione che porta al primo rigore casalingo di questa stagione, l’ultimo all’Arena era datato 3 luglio, lo conquista Vido che scatta su un lancio di Birindelli e sorprende il terzino veneto costretto a un fallo non cattivo ma che c’è visto che in qualche modo ostacola l’attaccante nerazzurro. Amabile ci pensa qualche secondo di troppo e poi indica il dischetto. Marconi fa 13, nel senso di gol stagionali, e poco dopo propizia il raddoppio. Batman, fondamentale per questa squadra, gira di tacco sul palo un cross da sinistra di Lisi che poi viene perfezionato in rete da Marsura, ex della gara come lo stesso Marconi. La fortuna però non assiste il Pisa visto che si fa male Vido, entra Sibilli, e D’Angelo è già costretto al secondo cambio visto che aveva già perso per infortunio Caracciolo al quarto d’ora. Il difensore, sostituito bene da De Vitis, che si è dovuto di nuovo adattare a un ruolo non suo, si era beccato un giallo per fermato Esposito dopo un errore di Birindelli in appoggio. Uno degli errori che spesso commette la squadra e lascia ampie praterie agli avversari.

La beffa. La ripresa vede l’assalto del Venezia che il Pisa contiene per mezzora concedendo solo qualche occasione su palla inattiva con Gori che deve compiere una sola parata difficile su un colpo di testa di Cremonesi. Al Venezia, che continua a giocar bene di prima, viene annullato un gol per fuorigioco a Forte ma nella parte centrale del tempo il Pisa, che riesce ad aggredire l’avversario, potrebbe chiuderla in contropiede. Soprattutto quando Mazzitelli lancia Marsura che calcia addosso a Maenpaa. E arriva il solito quarto d’ora da braccino. Il Venezia era passato al 4-2-4 e D’Angelo non è riuscito a trovare le contromisure giuste soprattutto dalla parte di Lisi rimasto spesso troppo alto come nell’occasione del gol che riapre la partita quando manca un aggancio su un lancio lungo, prima del tap in vincente di Maleh dopo la respinta di Gori su Forte. Va detto però che la difesa ha permesso agli attaccanti del Venezia, dopo il cross dell’ottimo Johnsen, di fare i padroni in area di rigore. A quel punto D’Angelo prova a rimediare piazzando Belli al posto di Lisi a sinistra e Siega per Marsura con l’intento di far legna a centrocampo e migliorare in copertura. Siega purtroppo è davvero sfortunato: prima viene punito per un rigore che non c’è, il braccio è largo ma la palla lo colpisce tra il fianco e la schiena, prima poi di farsi male. Nel recupero Gucher protesta troppo e probabilmente ha chiuso la sua stagione, rischia due giornate di squalifica per rosso diretto, e Dopo il novantesimo più che la gioia per una salvezza che a rigor di logica era già in cassaforte e adesso, grazie a Pordenone-Cosenza dell’ultima giornata, è anche matematica, c’è rabbia perché con una vittoria la squadra si sarebbe giocata qualche chance di entrare ai playoff nelle ultime due giornate. Anche se con 53 gol subiti, quarta peggiore difesa, a fronte di 48 segnati, quinto miglior attacco a pari del Monza, è normale non arrivare a traguardi più importanti.

Il futuro.  Adesso bisogna programmare la squadra del futuro. Il tempo c’è, però bisogna cercare di far qualcosa di più rispetto alle ultime sessioni di mercato. Questo gruppo va quanto meno rinnovato e migliorato a livello di rosa. Il Pisa ha un buon undici di base, anche se D’Angelo non manda mai in campo il solito undici, ma non ha alternative di pari livello. Il tanto richiesto salto di qualità deve arrivare attraverso investimenti oculati e lungimiranti. Intanto bisognerà capire se si ripartirà con D’Angelo e con Gemmi, i rinnovi devono ancora esser fatti, e quali saranno i giocatori da confermare. Queste due partite potrebbero essere importanti lette in questa ottica. Con l’ingresso in società del patron Alexander Knaster è lecito attendersi qualcosa in più. Anche se la B insegna che bisogna saper spendere. Vedi alla voce Frosinone e Cremonese. Se a pochi passi da noi sprofonda un calcio toscano in crisi nera con quattro squadre in D in un colpo solo e altrettanto vero che trionfa ancora il modello fatto in casa e con un occhio sempre attento ai giovani dell’Empoli di Corsi. Di nuovo in A dopo due sole stagioni tra i cadetti. Serve trovare le giuste proporzioni, al di là delle questioni stadio e centro sportivo che sono di primaria importanza, per diventare grandi. Intanto godiamoci una B che dopo tanti anni difficili è stata messa in cassaforte.

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