Tre punti d’oro con la Spal per iniziare bene il campionato. D’Angelo in B non aveva mai vinto all’esordio, pari con Benevento e Reggiana, ma stavolta ha sfatato questo mini tabù con una gara che almeno cronologicamente ribalta quello a cui eravamo abituati. Gol partita dopo 31 secondi, grazie al destro di Sibilli, e finale di gara senza troppi affanni. Ben 94 minuti a mantenere saldo il vantaggio al netto delle occasioni concesse a una buona Spal soprattutto nel primo tempo. La partita è stata bella e godibile e le occasioni per raddoppiare le ha create anche il Pisa trascinato dalla velocità dei suoi attaccanti, dallo strapotere fisico e offensivo di Tourè e dalle parate decisive di Nicolas

Sibilli va veloce. All’Arena si capisce che c’è voglia di calcio per il sostegno di tremila tifosi che tornano sui gradoni dopo 18 mesi. E per quello dei gruppi della Nord che, insieme agli altri tifosi, hanno scortato la squadra fino ai cancelli d’ingresso. In tribuna sorride il patron Knaster, sorridono i Corrado e Claudio Chiellini anche perché non è più un mistero che il Pisa ha ormai chiuso per il centrocampista ungherese Nagy. Quello che sorride più di tutti è Giuseppe Sibilli che dopo 31 secondi approfitta di una sponda di Lucca per farsi largo sulla trequarti e battere da fuori area Thiam con un destro imprendibile. La sua velocità e quella di Marsura hanno fatto ammattire i biancoazzurri. L’attacco non ha sfigurato anche se di cross dalle fasce per Lucca se ne sono visti pochi. Comunque se la mole di gioco è questa il centravanti, una volta raggiunto il top a livello fisico, ha tutte le carte in regola per far bene. Masucci a gara in corso è la solita garanzia di corsa e sacrificio. Ma anche Mastinu ha risposto bene ai dettami tattici di D’Angelo.

Nicolas acchiappatutto e nessun braccino nel finale. La Spal però non si è arresa e ha macinato un buon calcio fatto di possesso palla e fraseggi nello stretto quando si avvicina all’area di rigore. Il Pisa dei primi minuti è quindi costretto a schiacciarsi un po’ troppo. Anche perchè la difesa è totalmente inedita. Il gigante islandese Hermannsson va a fare il terzino destro, Berra è stato fermato un guaio muscolare, e al centro ci sono Caracciolo e Leverbe. Coppia di centrali nuova di zecca. Birindelli va di nuovo a sinistra, che non è la sua fascia di competenza, e la sofferenza è inevitabile. Allora ci pensa Nicolas. Prima resta in piedi davanti a Murgia che calcia un rigore in movimento da pochi metri e allungandosi devia di piede sopra la traversa. Su palla inattiva calciata dal bravo Viviani per la testa di Vicari il portiere brasiliano si supera volando all’incrocio. Dopo aver visto sfilare a lato un tiro di Colombo dopo una bella azione corale della Spal, Ncolas all’inizio della ripresa neutralizza un bel tiro del nuovo entrato Mancosu. E’ l’ultima chance della Spal che ci prova fino in fondo ma trova un Pisa attento e riequilibrato dai cinque cambi. Soprattutto quello di Beruatto per Birindelli a sinistra. L’ex Vicenza, all’esordio dopo l’infortunio con la Cremonese, aumenta la spinta e serve pure una gran palla a Tourè. Alla squadra non è venuta l’ansia che in passato aveva nel finale. E’ rimasta comunque piuttosto corta badando anche al sodo. Cosa che non fa mai male.

Tourè emblema di un Pisa che lotta. Ma la squadra ha anche creato grazie soprattutto all’energia di Tourè e alle accelerazioni di Marsura. Nel mezzo la lotta è stata appassionante con Marin che un passo alla volta ha contenuto Viviani ed Esposito dopo averli sofferti in avvio. Un po’ sottotono Gucher ma anche qui l’ingresso di De Vitis e poi nel finale quello di Piccinini hanno fatto in modo che la squadra restasse unita. Tourè ha colto un palo su lancio di Gucher e spesso si è inserito in zona gol trovando prima l’anticipo di Tripaldelli, su assist di Marsura, e poi i pugni di Thiam dopo il ricamo di Beruatto. Tourè è già l’idolo della gradinata, è partito un coro per lui nel finale, ed ieri sera è stato il simbolo di un Pisa che lotta, vince ma sa anche giocare a calcio. Senza però essere ossessionata dal pressing alto in fase di non possesso e da una ricerca continua della verticalizzazione. Le individualità sono buone e possono decidere la partita. E ieri sera si è visto.

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