Contro il Vicenza arriva un 2-2 in rimonta che alimenta tanti rimpianti a un Pisa che non vince da cinque partite. Quanto meno i nerazzurri hanno reagito da squadra vera dopo esser andati sotto di due gol nel giro di 22 minuti. Cosa mai vista in casa in questa stagione. Una metamorfosi kafkiana tra un Pisa con poche idee e decisamente distratto nei primi 45 minuti e una squadra capace di costruire una serie infinita di occasioni da rete vista nella ripresa. Ben 28 tiri, 12 nello specchio, non sono bastati per battere una squadra che è penultima in classifica. La rabbia e la determinazione si sono riviste, ma serve anche maggiore lucidità per ritrovare un ritmo da primato.
Le cose da non dimenticare. Non va dimenticato però un primo tempo che è probabilmente il peggiore di questo campionato. D’Angelo rivoluziona la squadra facendo un turnover che era prevedibile. Beruatto recupera e a destra c’è Hermannsson al posto di Birindelli, mentre a centrocampo Marin va sul centro destra con Mastinu sul centro sinistra per cercare di alimentare la spinta proprio di Beruatto. Davanti si rivede Cohen e soprattutto Lorenzo Lucca che non partiva titolare dal 5 dicembre scorso nella gara vinta per 1-0 a Como. I primi 22 minuti, tolto un tentativo timido di Lucca su cross di Beruatto, vedono un Pisa in grande difficoltà nel fare la partita e con poca concentrazione quando la palla è in possesso del Vicenza. Un primo segnale di una serata difficile arriva da un pasticcio tra Nicolas ed Hermannsson che per poco non la combinano grossa. Poi nel giro di cinque minuti arrivano due gol evitabili. Nel primo Cavion pesca il jolly di sinistro dopo una corta respinta di Leverbe, Nicolas si tuffa in leggero ritardo, nel secondo Diaw chiude un contropiede con il Pisa spaccato in due. Sbagliano in tanti nella circostanza, da Mastinu che non chiude su Ranocchia, a Beruatto che resta troppo alto e non riprende Zonta e Leverbe, ma anche il resto della difesa, che si perde Diaw a due passi dalla porta. Il Pisa sembra smarrito e viene tenuto in piedi soprattutto da Cohen. L’israeliano sbaglia una buona occasione subito dopo il raddoppio veneto ma è anche l’unico a provarci con insistenza e a fine primo tempo ha il merito di trovare la zampata che riapre i giochi dopo una bella giocata di Mastinu per Beruatto sulla sinistra. Una delle rare azioni degne di nota del primo tempo.
La rabbia e l’orgoglio. Dopo l’intervallo D’Angelo lascia Hermannsson negli spogliatoi e inserisce Birindelli che porta spinta sulla sinistra. Si gioca un’altra partita. Il Pisa schiaccia il Vicenza nella propria metà campo e ritrova anche un minimo di passo a centrocampo, con Nagy che cresce di minuto in minuto, e anche in attacco dove si sveglia Puscas. L’ungherese prima calcia alto dopo un bel fraseggio palla a terra tra Mastinu e Cohen, poi su sponda di Lucca, bene nei 15 minuti prima della sostituzione, trova il primo riflesso di Contini. E’ un assedio fatto anche di imprecisioni ma al quarto d’ora la squadra trova il pari: l’azione l’avvia Cohen, poi Leverbe tocca per Caracciolo e il capitano segna. Significativo che la zampata giusta la trovi un difensore. In attacco D’Angelo aveva già fatto entrare Torregrossa per Lucca e poi aumenta la spinta togliendo Cohen per Sibilli e mettendo il più offensivo Benali per Marin. La squadra è sempre lì che crea e il centrocampista libico stavolta ha un grande impatto sul match come del resto Sibilli che crea spesso superiorità numerica e sfiora tre volte il gol. E’ sempre Puscas il più pericoloso. Contini però sembra avere un conto aperto con il Pisa e le prende tutte, quando non ci arriva, colpo di testa del solito Puscas, è Cavion a salvare sulla linea oppure le deviazione sui tiri di Sibilli e Birindelli si perdono a lato di un soffio. Un vero peccato, però per fare il salto definitivo e tornare la squadra che ha impressionato tutti fino a poco tempo fa manca ancora qualcosa. Adesso lo scontro diretto con il Monza ci dirà se il Pisa è il mister Hyde visto nel primo tempo o il dottor Jekyll del secondo.

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