Per tanti è una perdita di tempo, per altri l’occasione per far giocare chi non trova spazio salvo poi essere reclamata come trofeo salva stagione. La Coppa Italia è probabilmente il trofeo più bistrattato, ingiustamente, del nostro calcio. Mentre in Inghilterra si vive per le coppe da noi gli stadi si riempiono solo negli ultimi turni. Colpa anche di una formula che penalizza le squadre di categoria inferiore. Ma non sempre è stato così. Con la formula a gironi, specialmente negli anni Ottanta, la Coppa era una vetrina anche per formazioni meno nobili e in piena estate si riempivano gli stadi per vedere i campioni venuti dall’estero. Come dimenticare il San Paolo strapieno per le prime gare in Coppa Italia di Diego Armando Maradona. Anche a Pisa la Coppa Italia faceva registrare il pienone e nell’ultima edizione con la formula dei gironi iniziali, addirittura due proprio in quella stagione 1988-89, la squadra nerazzurra si spinse fino alle semifinali.
DUE STAGIONI DELUDENTI
Nell’estate del 1980 l’impatto del Pisa in Coppa fu pessimo. Reduce dalla salvezza in B all’ultima di campionato, contro la Sambenedettese la squadra del nuovo allenatore Lauro Toneatto si presentò con quattro sconfitte in quattro gare nel girone all’italiana. Il primo gol stagionale ad opera di Cantarutti, autore anche del gol salvezza con la Samb, non basta all’esordio con il Bologna, squadra di serie A, che passa per 2-1 con Dossena, a segno dopo 3 minuti, e replica al pareggio momentaneo dei nerazzurri con Garritano. Tutto nel primo tempo. Quello di Cantarutti sarà l’unico gol nerazzurro in coppa perché poi la squadra perde 1-0 in casa con il Vicenza, 2-0 a Genova con la Sampdoria e 1-0 a Napoli. In campionato la squadra andrà decisamente meglio lottandoa lungo per la serie A e chiudendo con un ottimo settimo posto. Nel 1981-82, stagione del ritorno in serie A dopo 13 anni, la Coppa Italia continua a regalare poche emozioni ai tifosi nerazzurri. Il 23 agosto 1981 arriva un punto contro l’Udinese del nuovo acquisto Causio. La sblocca alla mezzora Bertoni per i nerazzurri, pareggia quasi subito Muraro. Le sconfitte in trasferta di Reggio Emilia e Bologna, rispettivamente per 2-0 e 1-0, costano l’eliminazione. Il Pisa di Aldo Agroppi salva l’onore battendo in casa la Lazio per 2-0 con reti di Bertoni e Bergamaschi.
FINALMENTE AGLI OTTAVI
Va decisamente meglio nel 1982-83, prima stagione in A dell’era Anconetani, quando il Pisa si presenta già in grande spolvero alla vigilia del campionato. In estate fanno le loro prime apparizioni i primi stranieri del Pisa nella storia della serie A a girone unico. Il danese Klaus Berggreen e l’uruguaiano Jorge Whashington Larrosa Caraballo. Il primo, preso dal Lyngby, si rivelerà uno dei migliori acquisti dell’era Anconetani; il secondo, acquistato dal Danubio, fu praticamente un oggetto misterioso. Proprio in Coppa Italia Caraballo salì agli onori della cronaca sbagliando un clamoroso rigore con il Bologna. Anche il tecnico è uno straniero ma che conosce benissimo il nostro calcio visto che da tanti anni ha giocato e poi allenato in Italia. Si tratta del brasiliano Luis Vinicio, tecnico di grande affidabilità. Il cammino del Pisa inizia con la vittoria per 1-0 in casa della Cavese, gol a un quarto d’ora dalla fine di Casale, e prosegue con il pareggio per 1-1 proprio con il Bologna quando il solito Casale risponde a Pileggi. La vittoria per 3-0 all’Arena sul Campobasso arriva grazie a tre reti realizzate tutte nella ripresa. Garuti la sblocca, poi sale in cattedra Berggreen che segna il suo primo gol in Italia. Infine Casale, ancora lui, chiude i conti dal dischetto. Il primo settembre 1982 è la data da circoletto rosso, quella del derby in casa della Fiorentina. I viola si impongono con una rete di Daniele Bertoni tenendo i giochi aperti fino all’ultimo turno. Passano le prime due del girone, valgono ancora i due punti per vittoria, che vede il Bologna in testa con 6 punti seguito a 5 da Pisa e Fiorentina. Lo scontro diretto tra i felsinei e i viola finisce sul 2-2 mentre il Pisa vince in casa della Nocerina per 2-0, reti di Gozzoli e Birigozzi nel primo tempo, che vale il passaggio agli ottavi di finale. Il pari di Bologna invece elimina la Fiorentina e promuobe i padroni di casa che, ironia della sorte, saranno di nuovo rivali del Pisa agli ottavi.
SOLO L’INTER FERMA IL PISA
Il 23 marzo 1983 il Pisa non va oltre lo 0-0 all’Arena con i rossoblù, che retrocederanno dalla B alla C, che costringe la squadra almeno a pareggiare con gol al Dall’Ara. Il Bologna passa con Fabbri ma il Pisa risponde con Tedesco. Nella ripresa la qualificazione torna in mano ai rossoblù dopo l’autorete di Sorbi ma a sette minuti dalla fine Garuti si conferma difensore goleador in coppa e pareggia. Il Pisa conquista i quarti di finale che sono in programma dopo la fine del campionato. Arriva la salvezza, con lo storico undicesimo posto, e i nerazzurri affrontano con grande spensieratezza il quarto di finale contro l’Inter. Niente da perdere e tutto da guadagnare. Nella gara di andata al Meazza del 18 maggio, tre giorni dopo la fine del campionato concluso con lo 0-0 con la Fiorentina all’Arena, il Pisa forse la prende anche un po’ troppo con spensieratezza. Dopo neanche un minuto è sotto di un gol. Segna Collovati che su sponda di Altobelli. Proprio Spillo raddoppia al 23′ beffando Mannini in uscita dopo uno scambio con Hansi Muller. Nella ripresa il tedesco realizza dagli undici metri, rigore conquistato da Altobelli, e mette in ginocchio il Pisa. Sembra finita, e invece la squadra di Vinicio viene fuori alla grande e rimette in discussione la qualificazione con le reti del solito Garuti e di Berggreen. Finisce 3-2 e al Pisa può bastare una vittoria per 1-0 o 2-1 per accedere alla semifinale con la Juventus. A Pisa si gioca il 4 giugno e la gara è affidata a uno deglia rbitro simbolo di quegli anni, ovvero Agnolin di Bassano del Grappa. La gara è equilibrata e tesa. Vinicio le prova tutte e nel finale inserisce Birigozzi, che è un attaccante, per il terzino e capitano Secondini. Proprio Birigozzi sarà espulso da Agnolin per un fallo su Bagni a sette minuti dalla fine. Si chiude il sogno ma resta comunque una stagione da incorniciare.
Fine prima parte

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