Le tre espulsioni comminate dall’arbitro Meraviglia non nascondono il fatto che il Pisa sia in fase involutiva anche se di fatto nell’ultima mezz’ora la partita non ha avuto più storia. Sotto il profilo del gioco e ancora di più su quello dei risultati nelle ultime cinque gare. Occorre ritrovare in fretta la leggerezza mentale e soprattutto la condizione delle prime sette partite. La squadra è scivolata al terzo posto e i prossimi scontri ci diranno davvero quanto vale la squadra nerazzurra. D’Angelo ieri ha lasciato di nuovo in panchina Cohen, uno dei giocatori più pagati nel mercato estivo e l’attacco ha confermato le difficoltà nel servire Lorenzo Lucca che non segna da cinque giornate. Quelle in cui il Pisa non ha più vinto.
Tre rossi. Fermo restando che il 2-0 di Cittadella ci racconta una partita particolare che aveva visto il Pisa protagonista di una buona mezz’ora con personalità e qualche pericolo al tiro, soprattutto con il rientrante Marin, ma che poi si è sciolto come neve al solo dopo il rosso di Nagy. Sacrosanto arrivato per un fallo su Okwankwo in una ripartenza Cittadella nata nell’area nei venti dopo una respinta su un tiro di Marin. Squadra spaccata in due e l’ungherese che commette un fallo che gli costerà due giornate ed era evitabile per un giocatore con esperienza internazionale. L’episodio segna la partita in maniera decisiva perché il Pisa con l’uomo in meno fatica ad arginare il Cittadella. Dopo tre traverse il gol dei veneti arriva all’inizio del secondo tempo con Antonucci. Il Pisa reagisce con un tiro di Mastinu ma i rossi a Touré , che cade nelle provocazioni di Benedetti, già ammonito,  e a Lucca, ha subito tanti falli ed è penalizzato per le sue lunghe leve, che commette fallo in gioco aereo su Pavan e rimedia il secondo giallo. L’Arbitro Meraviglia poteva usare un po’ di tolleranza soprattutto con Lucca.  Con il Pisa in otto la partita non esiste più.  Il Cittadella palleggia senza forzare e anche con un pizzico di paura.  Il Pisa fa quel che può cercando di mettere in area veneta qualche cross nel finale specialmente con Birindelli. Il raddoppio arriva nel recupero con un tiro da fuori di Baldini. Serata no che chiude un ciclo negativo. La sosta non può essere che benedetta, anche se con il Benevento mancheranno Nagy, Touré e Lucca.
No Lucca, no party. I numeri a volte sono crudeli ma non mentono, quanto meno quando si tratta di prendere in esame l’andazzo generale. Tre punti nelle ultime cinque partite dopo la seconda sosta per le nazionali. Quattro gol fatti e sette subiti. Da quando non segna Lucca la squadra non vince più e non è un caso. Non solo la squadra fatica a creare sia palla a terra sia sui cross sulle fasce. I pericoli maggiori ieri sono arrivati sui tiri da lontano e sui calci piazzati. Con Mastinu, buona nel complesso la sua prova,  preferito a Gucher sulla trequarti e Marsura titolare al fianco di Lucca non è però migliorata la situazione quando la squadra prova a comandare il gioco. In queste ultime quattro gare le uniche due reti manovrate sono quella di Touré a Crotone e quella di Masucci con l’Ascoli. Quest’ultima merito della classe e all’istinto di “tano” e della gran giocata di Lucca. In queste ultime gare è stato difficile vedere tiri in porta degli attaccanti e le altre due reti sono arrivate su palla inattiva. Certo, non va dimenticato cosa fatto nelle prime sete giornate ma questo break negativo deve diventare un monito per capire gli errori e ripartire più forti di prima.
A corto di energie. Già dalla gara con il Pordenone abbiamo visto una squadra a corto di energie e con maggiori difficoltà nel creare superiorità numerica in mezzo al campo. Ieri, grazie soprattutto a Marin, ci è riuscita per mezz’ora e tutto sommato fisicamente la squadra non è sprofondata. Ma in generale c’è meno vigore e forza fisica. Al di là delle espulsioni Touré non sempre ha il passo delle prime partite e tecnicamente fa un po’ di fatica e  Nagy va a corrente alternata e non c’è un vice con quelle caratteristiche. Ci può stare De Vitis ma allora la squadra deve giocare in un altro modo. La fase difensiva non è in crisi ma qualche errore gratuito è stato commesso, raddoppio del Crotone e pareggio del Pordenone, ma in queste cinque gare la squadra ha subito minimo un gol a partita e in due circostanze Nicolas è stato battuto due volte. La sensazione è che la squadra sia forte negli undici, un po’ meno nella totalità rosa.
Cohen non ancora giudicabile. Alla luce anche della fatica nel servire Lucca fa notizia lo scarso impiego di Cohen. D’Angelo dice da tempo che deve adattarsi alla tattica del calcio italiano ma con il poco minutaggio concessogli finora l’israeliano non può certo integrarsi nei meccanismi della squadra e del campionato di serie B. Anche ieri novanta minuti in panchina. Per il giocatore più pagato dell’ultimo mercato, assieme a Lucca, 216 minuti totali, con un gol e un assist, sono davvero pochi dopo 12 giornate. Solo l’allenatore, che lavora al suo fianco ogni giorno, conosce bene la situazione ma è indubbio che i tifosi si attendono di vedere all’opera Cohen con una certa continuità. Ha giocato e segnato copn il Maccabi Tel Aviv nei preliminari di Champions ed Europa League ed è un patrimonio da non disperdere anche perché la società lo ha messo sotto contratto fino al 2026. La mancata convocazione in nazionale potrebbe servirgli per crescere in condizione e trovare la piena fiducia di D’Angelo. A maggior ragione che contro il Benevento manca Lucca e si pone il problema di non possedere una prima punta di peso come alternativa al giovane bomber.

Fonte