Anche i piccoli passi avanti possono diventare grandi se si riesce a dare continuità a risultati e prestazioni. Lo 0-0 di Benevento non è stato indimenticabile per il gioco espresso da entrambe le formazioni ma il Pisa coglie un punto su un campo storicamente stregato e ha la possibilità, battendo il Cosenza sabato prossimo, di mantenere una perfetta media inglese con D’Angelo e proseguire nella sua risalita da una classifica che al momento resta complicata. La strada però è quella giusta. Anche perché ieri la squadra non ha subito gol per la seconda volta in questo campionato, evento verificatosi con D’Angelo in panchina, e le occasioni più nitide sono state dei nerazzurri. In primis la traversa di Beruatto. C’è un po’ di rammarico per non aver osato qualcosa in più nel finale quando D’Angelo ha inserito forze fresche in attacco e il Benevento era calato dal punto di vista atletico.
La parola alla difesa. A livello tattico e di scelte la partita è stata interessante. D’Angelo ha dovuto rinunciare a Nicolas e Barba. Il primo si è infortunato di nuovo nell’ultimo allenamento prima di Benevento, il secondo era meglio non rischiarlo visto che non si è allenato con continuità. In porta va Livieri e in difesa sul centro sinistra viene confermato un destro puro come Hermannson. L’islandese è stato un gigante. Non ha fatto veder palla a La Gumina e le ha prese tutte di testa. Decisamente il migliore in campo. Conferma da titolare anche per Rus, apparso molto più deciso e ordinato, e per tutta la linea difensiva a a quattro con Calabresi e Beruatto sulle fasce. A testimonianza che D’Angelo cerca di dare continuità e fiducia anche a chi magari non aveva particolarmente brillato nella gara vinta 4-2 con il Modena. Il Pisa stavolta ha mostrato un’altra faccia. Più conservativa ma finalmente solida. Una prestazione difensiva migliore anche dell’altro 0-0, molto più sofferto, portato a casa con il Parma. Insomma un brosino per un reparto che in undici gare ha subito diciassette reti. Il Benevento non se la passava bene, Fabio Cannavaro ha l’infermeria piena, ma per la prima volta il Pisa ha superato a pieni voti la fase difensiva. Il centrocampo, soprattutto con Nagy e Touré, ha fatto la sua parte stringendo i denti nel momento migliore del Benevento, ovvero la fase centrale del primo tempo, e anche sulla fascia sinistra si è rivisto un Beruatto da battaglia. Prima ingaggiando un duello con Letizia, distributore di cross in serie, che alla distanza lo ha visto venir fuori. Nel secondo tempo è stato anche il più pericoloso dei nerazzurri colpendo una traversa a inizio secondo tempo e tentando un altro tiro dalla distanza. Ha faticato un po’ di più Calabresi con Foulon. Il belga però meritava anche un secondo cartellino giallo, mentre l’ammonizione a Calabresi è parsa eccessiva da parte dell’arbitro Pezzutto che non sempre ha saputo gestire la partita. Spezzettandola e sventolando troppo facilmente cartellini.
Si poteva osare di più. Premesso che le occasioni più nitide sono state dei nerazzurri, si poteva probabilmente far qualcosa di più. Soprattutto nel finale. Oltre alla traversa di Beruatto il Pisa si è reso pericoloso nel primo tempo con un colpo di testa di Touré parato da Paleari e con una potenziale occasionissima manca da Gliozzi e a inizio secondo tempo con un tiro di Morutan deviato in angolo dal portiere giallorosso. Di contro Livieri non aveva un gran lavoro da svolgere, due parate su Improta e Foulon nel primo tempo, e le possibili occasioni giallorosse si spegnevano tra in tentacoli di Hermannsson e Rus. Davanti però si poteva osare di più. Morutan, per la prima volta titolare con D’Angelo, ha interpretato la gara diversamente rispetto al solito. Meno brillante negli ultimi metri ma bravo a guadagnare punizioni e aiutare la squadra. Sibilli ancora una volta non ha acceso la scintilla e stavolta anche Gliozzi non ha mostrato il solito strapotere nell’attaccare la difesa avversaria. Anche perché di palloni ne ha visti pochi. E la musica non è cambiata con i subentrati. Ionita, che ha rilevato un acciaccato Marin, non ha incantato davanti al suo vecchio pubblico e lo stesso matteo Tramoni non ha fatto tanto meglio di Sibilli. Anche Torregrossa, entrato al posto di Gliozzi, stavolta non ha spaccato la partita anche se era riuscito a liberare Masucci in area con un colpo di genio. Tano non ci arriva ma nell’ultimo quarto d’ora è stato quello che ci ha creduto più di tutti. Insieme a Esteves, subentrato a Calabresi, che è riuscito a fare qualche bella discesa sulla destra. Alla fine il pari ci può stare anche se la sensazione è che contro un Benevento in difficoltà si poteva anche affondare il colpo.

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