Nella sua prima apparizione all’Arena il proprietario del Pisa Alexander Knaster ha assistito a un altra partita storta da parte dell’arbitro. Dopo gli errori di Irrati a Chiavari, quelli di Marinelli contro il Lecce.
Episodi decisivi. Nessuno vuole gridare al complotto o cercare alibi per i risultati ma il Pisa in questa stagione è stato fortemente penalizzato e quello che ha visto ieri pomeriggio Knaster è solo una minima parte dell’andazzo generale. Ieri al Pisa manca un rigore solare su Palombi alla mezzora del primo tempo. Un episodio che poteva indirizzare la partita perché, sul lungo rinvio di Gori, Maggio non solo ostacolava Palombi ma era anche ultimo uomo. Quindi espulsione diretta per l’ex capitano del Napoli. Ma non finiva lì, perché D’Angelo dalla panchina alzava la voce e continuava a protestare, così Marinelli, in rapida sequenza, gli mostrava prima il giallo e poi il rosso. Inoltre Pisacane poteva già essere ammonito quando ha ricevuto un giallo verso la fine del primo tempo e poi Corini lo ha lasciato negli spogliatoi nel secondo tempo per evitare rischi. Anche il rigore che ha dato la vittoria al Lecce è apparso generoso con Mazzitelli che tocca appena Henderson che non fa nulla per non cadere. Per fare un esempio recente con la serie A, dove da quasi quattro anni c’è il Var, Giacomelli, l’arbitro di Bologna-Inter, ha lasciato correre per una spinta di Ranocchia su Barrow. Leggera ma meno metta di quella del centrocampista del Pisa ai danni di Henderson. Interpretazioni diverse e controversie che probabilmente neppure l’introduzione del Var in B riusciranno a risolvere. La moviola in campo però è necessaria proprio per cercare almeno di diminuire la possibilità di errore. Intanto però ancora una volta i conti non tornano. I torti e i favori non si ricompensano. La società deve chiedere rispetto e non porgere l’altra guancia di fronte a torti evidenti. E’ l’ora di farsi sentire in maniera decisa e pretendere arbitri che quanto meno, come ha detto De Vitis a fine partita, siano pronti ad avere un dialogo con i calciatori e dare qualche spiegazione. Si può sbagliare, ma non si possono adottare due pesi e due misure. Il Pisa non riceve un rigore in casa dal 3 luglio 2020 contro il Cittadella e in questa stagione ha avuto solo tre rigori a favore. Tutti in trasferta.
Poche emozioni. Venendo al dato squisitamente tecnico va detto che la partita non è stata certo spettacolare. Il Pisa però aveva imbrigliato la squadra più in forma del momento, sesta vittoria di fila, con l’attacco che segna di più, 61 reti, e il capocannoniere della B, Massimo Coda, salito a 21 reti. Al di là degli episodi è stata una gara da 0-0. Pochi tiri nello specchio della porta, uno per parte nel primo tempo con de Vitis e Hjulmand, e nessun grattacapo particolare per Gori e Gabriel. Tatticamente D’Angelo aveva rimodellato un Pisa molto più attento rispetto a quello estremamente distratto di Pescara. Ritorno al 3-5-2 con De Vitis di nuovo centrale difensivo con Caracciolo e Benedetti che prendeva il posto all’ultimo istante di Meroni. I tre difensori centrali non facevano toccar palla a Pettinari e al bomber Coda, mentre  Marin a centrocampo era l’uomo in più dei nerazzurri e non dava respiro al trequartista Henderson.  Il Lecce faticava davvero molto in fase di costruzione e veniva limitato sulle fasce da Birindelli e Lisi decisamente a loro agio in una posizione più avanzata. Birindelli regalava a Palombi una potenziale occasione d’oro ma l’attaccante si faceva recuperare da Lucioni.

Mancanza di geometrie e poco coraggio al tiro. Il demerito principale del Pisa è stato proprio quello di verticalizzare poco con Gucher che ha confermato il momento no. Nel primo tempo ha fatto qualcosa di più il Pisa, nella parte centrale della ripresa è cresciuto il Lecce. Niente di trascendentale va detto. Solo maggiore continuità nel palleggio e qualche corner collezionato che ha fatto il solletico alla difesa nerazzurra. Ma gli ingressi di Tachtsidis e Rodriguez hanno portato nel primo caso maggior qualità e nel secondo velocità e imprevedibilità. Al contrario l’ingresso di Vido per Palombi non portava scompiglio nell’area leccese e il Pisa tornava al 4-3-1-2 con Birindelli e Lisi che si abbassavano e De Vitis che saliva a fare lo schermo davanti alla difesa. Lo 0-0 però sembrava scontato fino al generoso rigore di cui abbiamo ampiamente parlato. Va dato il merito però a Rodriguez, su verticalizzazione di Maggio, di esser scattato bene e aver saltato secco Caracciolo in area creando il varco per Henderson. Il Pisa ha provato a reagire ma gli ingressi di Sibilli, Pisano, Marsura e Quaini non hanno cambiato il finale. Un tiro prevedibile di Vido tra le braccia di Gabriel e uno fuori misura di Quaini a fil di sirena. Tutto qui, troppo poco in fase di finalizzazione. Anche Marconi, come gli altri compagni di reparto, ha ricevuto pochi palloni buoni. Ma anche gli attaccanti hanno fatto poco per crearsi gli spazi giusti. Fermo restando che la partita di ieri è stata condizionata dagli episodi da moviola.  Lunedì prossimo per fare risultato a Verona contro il Chievo servirà una prova con la stessa determinazione agonistica e disciplina tattica vista ieri ma con maggiore qualità e coraggio in fase offensiva. In questo gioco per vincere bisogna tirare in porta con più convinzione anche al cospetto di una big. Nel passato recente la qualità e il coraggio per creare maggiori pericoli alle grandi non è certo mancato. E i risultati sono arrivati.

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