Seconda vittoria di fila, quattordicesimo risultato utile consecutivo, tredicesimo per Luca D’Angelo, e quinto posto in classifica in solitario. Sembra un sogno, pensando a tre mesi fa, ma è tutto vero. E tutto strameritato. L’1-0 di Ferrara è un risultato pesante perché ottenuto al termine di una gara combattuta e molto fallosa. La classica gara sporca che il Pisa degli anni passati ha sempre fatto fatica a superare. Una gara in cui  il Pisa ha avuto il merito di saper indossare più abiti nella stessa sfilata e il solo cruccio di non aver chiuso prima la gara. Questa partita di santo Stefano  può esser definita a pieno titolo la vittoria della maturità.
Primo tempo difficile ma difesa blindata. Il Pisa ha dovuto, soprattutto nel primo tempo, impostare la gara in modo diverso rispetto alla sua mentalità. Ovvero quella di partire forte e mettere subito in difficoltà l’avversario. Merito di una Spal che De Rossi ha ben messo in campo. Rabbi preferito a La Mantia in avanti, centrocampo robusto, tanto palleggio dal basso e anche una certa cattiveria agonistica. Prontera tollera anche troppo, manca un giallo per un fallaccio di meccariello su Morutan, e fa infuriare D’Angelo per aver fermato un’azione pericolosa del Pisa per far ripetere una punizione, battuta con palla in movimento dal solito Meccariello, penalizzando fortemente i nerazzurri. A farne le spese del gioco duro è Torregrossa, dopo un contatto con l’ex Varnier, che chiede il cambio dopo meno di venti minuti. Entra Sibilli e sarà decisivo come è stato decisivo il cambio di Esteves a inizio secondo tempo al posto di Beruatto, già ammonito, che ha sofferto Dickmann. Il Pisa nepl primo tempo ha avuto qualche problema proprio sulle fasce, soprattutto dalla parte di tripaldelli che metteva sovente in difficoltà Calabresi. La bravura dei nerazzurri è che al netto della sofferenza non hanno concesso grosse occasioni. Il gol giustamente annullato a un comunque intraprendente Rabbi su cross di Dickmann, dopo il richiamo del Var, è il brivido più grande dei primi 45 minuti. Al pari di un’azione simile non concretizzata di testa dallo stesso Rabbi.

Sibilli e il gol che vale oro. Detto della mossa di Esteves,che ha impressionato perché impiegato a sinistra lui che è destro naturale, il Pisa del secondo tempo entra con un passo più deciso. Soprattutto grazie alla scossa che danno Morutan e Gliozzi bravi a fare gli architetti nell’occasione del gol che premia finalmente la reattività di Sibilli che è pronto a scaraventare in rete una corta respinta di Dickmann in anticipo su Marin. La partita cambia volto definitivamente quando la Spal resta in 10 per il secondo giallo a Murgia, fin lì tra i migliori in campo, che commette fallo su un generoso Gliozzi che era andato a prendersi palla nella propria metà campo. Da qualche momento il Pisa può gestire meglio la situazione. Escono De Vitis e Touré per Nagy e Mastinu che portano freschezza al centrocampo dove Marin è l’autentico mattatore. Si apre poi la sagra del gol fallito. Prima Gliozzi non dà potenza a un tiro a tu per tu con Alfonso, poi Morutan ignora il numero 9, dopo l’ennesimo intercetto, e calcia incredibilmente sul fondo. Poi anche Sibilli i riflessi di Alfonso e tante ripartenze non vengono concretizzate per un soffio. Se non la chiudi però certi rischi te li prendi. E i pericoli arrivano su calcio piazzato soprattutto quando si sgancia Varnier. Livieri però deve solo effettuare una parata sul nuovo entrato Proia, mentre l’ingresso di la Mantia fa il solletico ai difensori nerazzurri. Entra anche Masucci, al posto di un’esausto Gliozzi, per dare una mano alla squadra. In generale manca un po’ di gestione del possesso palla ma la squadra tiene lontano la Spal rischiando poco. La vittoria è meritata. Avanti così , per continuare a sognare.

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