Il Pisa perde in trasferta il primo round ma è ancora in piedi. Il gol di Filippo Berra al 93′ fissa il punteggio sul 2-1 per il Monza ma lascia ancora tutto aperto. Vincendo con un gol di scarto si va ai supplementari ed eventualmente ai rigori, con due gol di scarto si va in A. Non sarà semplice, il Monza ieri ha confermato la sua forza e ha due risultati su tre, ma l’obbligo è quello di crederci come ci crede questa squadra. E la cosa bella è che il primo gol della stagione segnato nel recupero è arrivato proprio nella prima delle due partite più importanti di una stagione comunque da incorniciare. E la cosa più bella è che il gol della speranza arriva da parte di un ragazzo, Berra appunto, che si è fatto male alla vigilia dell’inizio del campionato e ha giocato una sola gara da titolare più qualche scampolo di gara, compreso quello di ieri sera. E’ un calcio, anzi un colpo di testa, alla sfortuna.
Machin , la mossa vincente di Stroppa. La partita di ieri è stata piena di occasioni da entrambe le parti, con un ritmo da categoria superiore. Un vero spettacolo, per chi non è interessato. Il Pisa non ha certo fatto la comparsa anche se dopo dieci minuti era già sotto di un gol. La differenza, in quel caso e in altri, l’ha fatta la velocità: Dany Mota anticipa Hermannsson e si porta via la difesa nerazzurra, apre a sinistra dove Ciurria è bravo a restituirgli palla, Birindelli, arriva un attimo dopo, e il numero 47 è lì pronto ad anticipare l’islandese e Leverbe e sbatterla in rete. Il Pisa però ha saputo stare  in campo e creare occasioni ma è mancata un po’ di lucidità sotto porta. E quasi certamente gli otto giocatori in diffida sono stati un freno a mano. La mossa partita di Stroppa è stata mettere Machin a centrocampo e sfruttare proprio la rapidità dei suoi interpreti, cosa che ha sorpreso D’Angelo. Marin e Nagy hanno fatto maggior fatica e come detto i difensori centrali dovevano controllare dei brevilinei in avvio, vista la rinuncia iniziale a Gytkjaer. D’Angelo rispetto a sabato ha cambiato una sola pedina: Lucca per Torregrossa. Il numero 9 ha avuto una grande chance, Di Gregorio, gli ha chiuso lo specchio, ma ha fatto anche cose buone come un cross per Puscas che non ci è arrivato di un soffio. I gol li hanno mancati anche Puscas, su gran passaggio di Birindelli che stava per ripetere il blitz con il Benevento, e con Benali che cincischiava davanti al portiere dopo bella sponda di Puscas.
L’importanza di Sibilli. Benali ha classe ma ieri è mancato un po’ sul piano atletico, bene Sibilli che lo ha sostituito portando ancora più mordente così come Siega è entrato bene al posto di Mastinu. In quel momento il Pisa meritava il pari e non l’ha trovato per un palo dello stesso Sibilli, al quale manca un rigore apparso solare. Unica pecca nella gara della classe arbitrale. Guida non ha ammonito nessuno, giustamente perché è stata una gara super corretta, ed è stato bravo a non spezzettare il gioco ma in quella circostanza poteva veder meglio o quanto il Var poteva richiamarlo. Detto questo i cambi sono azzeccati anche in casa Monza perché D’Alessandro e Gytkjaer hanno fatto la differenza. Il primo sulla destra e il secondo in area. Il Danese segna il raddoppio anticipando Hermannsson dopo una bella parata di Nicolas su Dany Mota. Dopo il gol il Monza è indemoniato e per dieci minuti il Pisa vede i sorci verdi. Nicolas tiene in piedi la squadra con una paratissima su Dany Mota, era già stato provvidenziale su Barberis, e un altro guizzo di Gytkjaer fa la barba al palo. Tra i cambi la differenza la fanno anche due difensori. Nel bene e nel male. Sampirisi per Priola da una parte da una parte e Berra per Beruatto dall’altra ( con Birindelli che chiude a sinistra). Il monzese non si intende con Di Gregorio e appoggia in angolo un cross di Gucher, che aveva rilevato Marin, all’apparenza Innocuo. Berra invece gira in rete di testa in maniera perentoria il seguente corner di Sibilli. E apre le porte alla speranza. Questo dimostra anche che le palle inattive vanno sfruttate contro avversari di questo tipo. Infatti è il secondo, su cinque gol segnati al Monza tra campionato e playoff, nato da un calcio d’angolo. In quel caso Caracciolo, assenza che pesa, propiziò l’autorete di Pedro Pereira, altro assente, su corner di Mastinu.
Ragione e sentimento. Non è solo un gol che apre le porte alla speranza ma è anche un gol che fa salire alle stelle il morale del Pisa e toglie qualche certezza al Monza. A fine partita sembrava il Pisa, come sempre chiamato sotto la curva, ad aver vinto. Normale, perché quando riesci a risalire dal baratro tiri sempre un sospiro di sollievo. Fermo restando che il pallino resta nelle mani del Monza. Con merito, perché ha saputo interpretare una gara diversa dal solito e poteva anche fare il tris, ma sarebbe stata ingiusta una punizione severa per il Pisa come quella di partire all’Arena con due gol di scarto. Oltre al morale conterà la condizione atletica. Stroppa e D’Angelo sono d’accordo che tre giorni tra una finale e l’altra sono pochi. E hanno ragione. Nel Pisa Puscas, Beruatto e Birindelli hanno avuto i crampi. I primi due sono usciti, il terzo ha stretto i denti perché i cambi erano finiti. D’Angelo non ha portato nemmeno in panchina Touré che non è al meglio fisicamente ma conta di recuperarlo per domenica. Per i tre acciaccati non ci sono problemi. Occorre fare un respiro lungoe recuperare le energie. Torregrossa nel finale si è visto poco ma domenica potrebbe toccare alui. Nell’ultima partita della stagione gli attaccanti hanno la responsabilità, comunque bellissima, di cercare quei gol che servono per la rimonta. Anche perché il Monza sta bene e segna a raffica: tre vittorie per 2-1 in questi playoff con cinque gol degli attaccanti. In tre segnano partendo dalla panchina. Ma il Pisa ha dimostrato di avere risorse infinite e può farcela. E inoltre a Pisa ha battuto tutte le grandi come lei, Monza compreso. Non è solo sentimento ma anche ragione. Se le squadre hanno fatto gli stessi punti significa che si equivalgono. E il Pisa stavolta sarà libero dalla catena dei diffidati. E inoltre potrà contare sull’apporto del pubblico. Che non segna ma può dare una spinta importate come con il Benevento. Non crederci adesso sarebbe sciocco. E soprattutto inutile.

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