Il Pisa vince a Frosinone, chiude al terzo posto e si prepara a giocare i playoff partendo dalle semifinali. Fino all’ultima giornata il Pisa poteva ancora arrivare secondo ma rischiava anche il settimo posto, opzione scongiurata grazie a una grande prestazione allo Stirpe che vale il miglior risultato degli ultimi 30 anni. Adesso è inutile pensare ai rimpianti e alle occasioni mancate. Tutte le squadre che sono entrate ai playoff, a parte il Perugia che all’ultimo istante ha scalzato proprio il Frosinone, possono recriminare qualcosa durante l’arco della stagione. Adesso si apre un altro campionato e il Pisa ci arriva chiudendo in bellezza la regular season. E soprattutto ritrovando il sorriso dopo la sconfitta di Lecce e il pareggio con il Cosenza. Adesso ci sono dieci giorni per caricarsi al massimo e mostrare gli occhi della tigre, ma soprattutto far uscire quelle qualità che a questa squadra non mancano. Lo abbiamo visto anche nei novanta minuti in ciociaria.
Uno-due micidiale. D’Angelo ieri sera ha messo in campo una squadra ben collegata tra i reparti e si è rivisto, soprattutto nel primo tempo, quel Pisa aggressivo e capace di ripartire che comunque abbiamo visto per buona parte della stagione. Una mediana con maggiore quantità e un attacco capace di far male. Siega al fianco di Nagy e Marin ha fatto legna e corsa. In avanti Lucca ha giocato per la squadra e si è trovato alla grande con Puscas e Sibilli. In difesa Hermannsson è stato bravo nel sostituire Caracciolo badando al sodo senza fare troppi complimenti all’estetica. Dopo il brivido del rigore dato al Frosinone e poi tolto grazie al Var, per fuorigioco di Canotto, il Pisa ha saputo mirare alle debolezze dell’avversario, in tensione perché doveva a tutti i costi fare almeno un punto per andare ai playoff, e ha messo a segno due colpi da ko nei primi venti minuti. Sibilli è l’emblema di un Pisa che si sa prendere anche qualche rischio e guadagna metri con tenacia. L’attaccante napoletano conquista una punizione sulla trequarti che Beruatto calcia in area, Leverbe in posizione di attaccante alimenta l’azione per Birindelli, due difensori in area avversaria, e infine Puscas che si avventa sulla respinta di Ravaglia e trova la zampata vincente. Niente è casuale. Bellissima la dedica per l’infortunato Caracciolo che ha seguito la squadra in treno e poi l’ha appaludita dalla tribuna. La riprova che le belle giocate non arrivano per caso arriva quattro minuti dopo: Lucca tiene palla e attira a sé due avversari, poi vede lo spiraglio giusto per Sibilli che se la porta sul destro e la infila all’angolino. Il Frosinone di Grosso ci prova ma appare scarico. Il centrocampo, come detto, è in buona serata con Nagy che dà del tu al pallone e li altri che arrivano sulla sfera prima degli avversari. Sulle fasce Birindelli e Beruatto attaccano i loro avversari e al tempo stesso gli concedono pochi spazi. Meravigliosa la partita di Birindelli, con la fascia di capitano, su Zerbin. Ridimensionato rispetto al partitone dell’andata. Qualche cross arriva in area, è normale, ma Nicolas deve effettuare una sola parata su Boloca e l’occasione più grossa la spreca Garritano di testa nei tre minuti di recupero. In mezzo a tutto questo la chance più nitida è capitata di nuovo al Pisa quando Sibilli serve Puscas che sfiora il palo con un rasoterra da posizione leggermente defilata.
Saper soffrire. Nella ripresa Grosso sa che non può tenere l’orecchio alla radiolina e riparte a testa bassa inserendo subito Oyono per Zampano a destra. Il Pisa fa meno filtro e il Frosinone trova più facilmente il fondo soprattutto dalla parte del nuovo entrato. Detto questo i primi venti minuti vedono un Pisa attento e pronto a non concedere occasioni agli avversari, Hermannsson le respinge tutte di testa ma soprattutto di piede, ma che, probabilmente per quanto speso nel primo tempo, fa maggior fatica a ripartire. Però per rimettere il Frosinone in carreggiata serve anche qualcosa di imprevedibile come l’autorete da fuori area di Leverbe che per anticipare Zerbin, comunque lontano, la coglie talmente bene tanto da beffare Nicolas. Il gol serve però al Pisa per riprendere le distanze a centrocampo e soffrire meno. Dopo un’occasione mancata da Siega entra Touré, proprio al posto del numero sette, e stavolta porta fisicità e la squadra ritrova equilibrio. Bene anche Vero che il Frosinone ha due chance enormi, con Ricci e a pochi istanti dalla fine del recupero con Gatti, ma è altrettanto vero che era prevedibile il forcing dei gialloazzurri che avevano inserito l’unica punta centrale Novacovich, che probabilmente è quello che è mancato per gran parte della partita alla squadra di casa nel contrastare il Pisa nella propria aerea. Nel lungo recupero, dovuto all’intervento dello staff medico per mettere una fasciatura in testa ad Hermannsson, il Pisa si è dovuto difendere con il 5-3-2 quando De Vitis ha preso il posto di Marin. I brividi ci sono stati ma la vittoria è meritata e indiscutibile. Adesso si apre un nuovo capitolo. Un capitolo nel quale bisogna tutti, nessuno escluso, remare dalla stessa parte. La coesione dell’ambiente, come ha detto Giovanni Corrado, deve fare la differenza. Il Pisa in questa stagione è cresciuto tanto, 19 punti in più e 11 posizioni guadagnate, e questo deve essere motivo di grande orgoglio e non di mal di pancia. Anche perché è tutto ancora in ballo. Un ballo bellissimo a cui il Pisa non partecipava da 14 anni. Il ballo dei playoff.

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