A 22 anni di distanza dalla morte si viene ricordati in maniera così nitida solo se si è lasciato un segno profondo. E’ il caso di Romeo Anconetani che se ne andava il 3 novembre 1999, cinque anni dopo la fine della magia epopea del suo Sporting Club. Per tutti era il Presidentissimo, un’accezione superlativa di un aggettivo, eccessiva come era Romeo. Capace di farsi amare e ricordare ad oltre 25 anni dalla fine della sua era. La più florida, emozionante, vincente e coinvolgente. Sia ben chiaro, Romeo è stato anche contestato, criticato. Gli ultimi anni di presidenza non sono stati semplici e neanche quelli successivi alla scomparsa della società, creatura plasmata a sua immagine e somiglianza. Ma il tempo non ha mai scalfito il suo ricordo positivo all’unanimità per ogni innamorato dei colori neroazzurri. Il Pisa era Romeo e Romeo era il Pisa. La sua conoscenza di calcio, le sue intuizioni, il suo modo pionieristico di capire prime degli altri come e dove muoversi. La capacità di intrattenere rapporti anche con i grandi club e far sentire la voce del Pisa in tutte le stanze. Se oggi intorno alla squadra di calcio c’è una passione di questo tipo si deve proprio a quegli anni in cui in tanti si sono avvicinati al Pisa ed hanno tramandato quella fede, su quei gradoni dell’Arena Garibaldi oggi a lui intitolata, di padre in figlio, da nonno a nipote.

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