Pisa e Parma all’Arena si sono affrontate 13 volte in campionato e in otto occasioni la sfida è finita in parità. Il Parma ha vinto una sola volta, nella stagione 1990-91 nell’unico precedente in serie A, ma questa è una sfida che ha tante storie da raccontare. Ne abbiamo scelta una tra i tanti pareggi : quella del 1984-85 con i gol di Kieft e Macina. Un talento incompiuto del nostro calcio.
Tutti all’Arena. Il 3 marzo 1985 il Pisa capolista di Gigi Simoni con 33 punti e una sola sconfitta fino a quel momento, il Bari secondo in classifica si trova a -4, ospita il fanalino di coda Parma, reduce dal vittorioso 2-1 sul Taranto,  già travolto all’andata per 3-1 al Tardini. Nonostante il primato qualcuno ha già storto la bocca per lo 0-0 di Monza del turno precedente. Non tanto per il punto ma per il gioco espresso. Romeo Anconetani invece non era soddisfatto dell’affluenza di pubblico nell’ultima gara casalinga, un 4-0 al Bologna, e si aspetta una bella risposta dai tifosi. Sul periodico  “Neroazzurro” Anconetani scrive così alla vigilia della sfida con gli emiliani: <Non basta dichiarare di voler bene al Pisa: è necessario operare secondo le affermazioni d’amore. La dirigenza vuol mantenere gli impegni assunti con il pubblico per il futuro, per la serie A. E questo è un suo preciso dovere. Chiede però di fare affidamento anche alla partecipazione degli sportivi, sia che piova e sia che ci sia il sole>.

Solo un pari contro l’ultima della classe. Non c’è la scusa del brutto tempo visto che all’Arena c’è un bellissimo  sole ormai primaverile . Circa 15mila spettatori che oggi sembrano tantissimi ma che all’epoca erano considerati pochi dal presidentissimo per una squadra prima in classifica. E non aveva tutti i torti visto i numeri di un calcio molto meno televisivo e più passionale. La partita è abbastanza divertente soprattutto nel primo tempo.  Il Pisa parte all’attacco e dopo appena dieci minuti Baldieri viene atterrato in area ospite dal portiere Dore e per l’arbitro Greco di Lecce è rigore. Sul dischetto va Kieft che segna spiazzando il portiere. Sembra il prologo a una goleada e invece il Parma allenato da Gedeone Carmignani inizia a a giocare bene palla a terra e trova il pareggio alla mezz’ora con un’azione tutta di prima rifinita sviluppatasi sulla destra e perfezionata in rete da Marco Macina che firma con un sinistro sotto misura il definitivo 1-1. A fine stagione Pisa in A e Parma in C.
Macina, un talento incompiuto e sfortunato. Macina all’epoca era considerato un grande talento del nostro calcio. Cresciuto nel Bologna, con cui ha debuttato in A, assieme a Roberto Mancini con cui nel 1982 ha vinto il campionato europeo Under 16. L’attuale c.t. della Nazionale considerava Macina un grande giocatore:<Poteva essere forte come Messi>, dirà di recente Mancini. Gli addetti ai lavori pronosticavano un gran futuro per questo ragazzo di San Marino all’epoca 21enne. Dopo la buona stagione a Parma Macina passa al Milan di Giuseppe Farina. In rossonero la concorrenza è forte e non riesce a trovare continuità nonostante la stima dell’allenatore Nils Liedholm. Inoltre i guai fisici lo tormentavano già da un po’ di tempo. Gioca appena cinque partite in campionato e a fine stagione passa in prestito dal Milan alla Reggiana. Dopo l’ennesimo infortunio chiude con il professionismo a soli 23 anni nel 1987 all’Ancona in serie C totalizzando appena 5 presenze. Giocherà ancora a San Marino vestendo la maglia della Nazionale del Titano ma solo tre partite fino al 1990.

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