La sconfitta per 2-1 in casa del Sudtirol è figlia di un approccio sbagliato alla partita e di una cattiva gestione dell’illusorio gol di Ionita. Ed è purtroppo un risultato giusto, al netto degli episodi arbitrali che però condannano l’ingenuità dei nerazzurri, perché il Sudtirol ha voluto di più la vittoria combattendo con le armi di una matricola. Aggressività e voglia di non mollare neppure un centimetro, mentre il Pisa si perdeva nei suoi ritmi troppo lenti. Niente bel calcio ma non contava questo. Ieri il Pisa doveva far punti contro un’avversario alla sua portata e si è spento come una candela al vento.
Svegliarsi in fretta. Se iniziamo a dire che è troppo presto faremo un clamoroso errore. E’ vero, il tempo è dalla parte del Pisa ma il campanello d’allarme sta suonando troppo forte per non essere ascoltato. In cinque partite, compreso la Coppa Italia, il Pisa ha perso quattro volte e colto un pareggio in extremis contro il Como. In difesa ha già preso 13 gol, ancora contando la coppa, e in campionato è ultima con un punto assieme al Perugia. Se questa è considerata da tutti la serie B più forte degli ultimi anni serve una immediata inversione di rotta. Aver iniziato il mercato in ritardo non è un alibi, ma è un limite, al netto che un passo alla volta la squadra è stata completata anche con giocatori esperti per la B. Ma che adesso devono entrare nei meccanismi di una squadra che è continuamente work in progressi. E al momento non se lo può permettere. Servirebbe almeno il carattere, la reazione nervosa. E invece è mancata anche quella. Ieri dopo il raddoppio del Sudtirol il Pisa non ha impensierito neanche lontanamente il portiere Poluzzi, non che prima avesse fatto gli straordinari, e per evidenziare tutti i limiti è bastata una squadra che almeno ci ha messo la grinta e ha corso per novanta minuti conquistando i primi storici punti in serie B. La scossa di Bisoli ha fatto la differenza, anche nei cambi e nelle marcature, e probabilmente il Pisa di oggi per far punti deve giocare con una mentalità da salvezza, anche se il valore tecnico è più alto del Sudtirol e di altre squadre, e non specchiarsi troppo cercando di portare troppo palla. Per fare questo però serve anche una scossa da parte di Maran che per ora non è riuscito ancora a dare un’identità precisa e a trasmettere in pieno il suo modo di fare calcio.
Sudtirol più aggressivo. Maran varava la quarta formazione diversa in altrettante partite, questo anche per situazioni contingenti come gli infortuni di Torregrossa ed Esteves e la squalifica di Calabresi, puntando su un 4-3-2-1 con Cissé unica punta al debutto dal 1′ con Morutan e Sibilli alle spalle. Il centrocampo con Ionita Nagy e Marin e in difesa debutta subito Barba con Rus mentre ai lati giocano Hermannsson e Beruatto che anche stavolta è apparso lontano parente di quello visto nella passata stagione. Tolta la fiammatina dopo trenta secondi con Hermannsson che era andato ad aggredire alto, il Pisa per 20 minuti soffre il Sudtirol proprio sulle fasce. Dalla parte di Hermannsson i vari Davi, D’Orazio e Belardinelli avevano gioco facile e i padroni di casa andavano spesso al cross. Odogwu, sostituito di Marconi, è stato un prezioso riferimento centrale e Rover, protagonista di giornata, scaldava le mani a Nicolas. Niente di trascendentale ma sempre meglio di quanto fatto dal Pisa. Il gol giustamente annullato a Zaro, Ogdowu è in fuorigioco, sembrava aver dato una scossa tanto che di lì a poco Nagy trova l’unica giocata della sua partita e pennella per la testa del buon Ionita la palla del vantaggio. A questo punto il gioco, per una squadra che ha comunque giocatori più esperti del Sudtirol, doveva essere più semplice e invece dopo aver mancato il raddoppio con Morutan il Pisa si è fatto sorprendere dal solito lancio dalle retrovie, solito poco filtro nel mezzo,  con Rus che cintura Ogdowu spalle alla porta. Il rigore c’è ed era un rigore evitabile. Rover, che non ne ha mai tirato uno in carriera, segna nonostante l’intuizione di Nicolas. Il Pisa però almeno in questo frangente prova a reagire con Marin che colpisce la traversa. Ma sarà l’unica recriminazione di un pomeriggio da dimenticare.
Poche idee però confuse. Dopo l’intervallo Maran toglie Cissé, che nel finale di tempo aveva fatto ammonire l’ex Pompetti in uno dei suoi rari spunti, e getta nella mischia l’altro nuovo acquisto Gliozzi. Bisoli risponde inserendo i suoi nuovi acquisti Schiavone e Crociata per gli ammoniti Davi e Pompetti. Con il primo irrobustisce la mediana, con il secondo gli porta maggiore qualità. Il Pisa del secondo tempo in area avversaria è tutto in un lancio di Morutan per Sibilli, quando siamo ancora sull’1-1, anticipato dall’altro ex Berra. Vera mossa a sorpresa del tecnico avversario che non lo schiera da terzino destro ma come centrale. Al quarto d’ora l’episodio decisivo che condanna il Pisa: Crociata cade in ritardo ma il tocco di Morutan c’è e anche in questo caso era evitabile. Pezzuto lascia correre poi cambia idea dopo il richiamo del Var. Però non ci possiamo attaccare alla tecnologia. Rover fa ancora centro ma il Pisa aveva ancora mezz’ora di tempo per rimediare ed è apparso avulso e confuso. Maran ha messo dentro Tramoni e Masucci per Sibilli ed Hermannsson . Poi nel finale sono entrati anche Touré, per Ionita, e De Vitis, che è andato a fare il centrale al posto di Rus, e il Pisa ha continuato a sbattere sul muro del SudTirol. Attaccando con poche e confuse idee. Senza nerbo, con poca personalità e coraggio. Il finale è stato un lento trascinarsi ai 90+4 di recupero. Qualcuno ha detto troppo pochi i minuti concessi nell’extra time. La sensazione è che se si fosse andati avanti anche per un’altra ora il destino della partita era ormai segnato. Il punto è uno dei più bassi dell’era Corrado e adesso bisogna fare in fretta e concentrarsi sull’obiettivo di levarsi il prima possibile dal fondo della classifica. Adesso serve concentrarsi solo su quello.

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