E’ solo il primo tempo ma perdere così fa male. Una sconfitta immeritata, quella del Pisa a Benevento, perché i nerazzurri erano stati bravi a non concedere spazio al Benevento e sono stati beffati a cinque minuti dalla fine da un guizzo di Lapadula bravo ad approfittare d i un rimpallo fortuito e sbattere il pallone in rete dell’1-0 definitivo.

Sconfitta bugiarda. La differenza è tutto qui, purtroppo. Il Pisa è stato ottimo nella fase di non possesso, meno bravo invece quando doveva affondare il colpo. Contro una squadra che non ha fatto sfaceli come 45 giorni fa e con due portieri praticamente inoperosi. Lo 0-0 era il risultato più logico e sacrosanto ma gli Dei del calcio non hanno sorriso al Pisa che ha perso anche il terzo centrale, di ruolo e non, in meno di 20 giorni. L’infortunio di De Vitis, tra i migliori, ha infatti costretto D’Angelo a giocare una mezz’ora abbondante con Birindelli centrale. Si può vincere, basta un gol di scarto, ma servirà una prova offensiva degna di quelle fornite soprattutto con le big. Ma da questa serata sfortunata va preso anche il buono: la squadra nerazzurra è apparsa, solida, compatta e nemmeno messa male sul piano atletico, malgrado le sfortune varie.
Qualche sorpresa. In campo scende il Pisa previsto alla vigilia negli uomini ma non del tutto nel modulo. Sibilli si sacrifica sulla sinistra per dare una mano al centrocampo e D’Angelo in pratica adotta un 4-4-2 mascherato con il numero 17 che deve cerare anche di dare qualità e portare superiorità numerica. Ci riuscirà in parte. L’atteggiamento è quello giusto. Non chiamatelo difensivismo. Il Pisa, quando non aveva la palla, ha fatto la partita che doveva fare contro una squadra che ha il miglior attacco della B, 62 gol, e gli ha rifilato cinque gol al ritorno. Grazie soprattutto a Marin il Pisa ha recuperato tanti palloni ma non ha saputo sfruttare le ripartenze. Il Benevento provava a fare la partita ma a parte qualche brivido in mischia, due tiri alti di Glik e Improta, e un gol annullato per evidente fuorigioco a Barba non è che abbia dato grossi grattacapi alla difesa pisana.  I giallorossi hanno fato qualcosa in più ma niente di trascendentale. Nicolas, a volte incerto nelle uscite, non doveva fare gli straordinari , come del resto il dirimpettaio Paleari. Su Lapadula andava spesso De Vitis che onorava la fascia di capitano e assieme a Leverbe concedeva poco o nulla. Birindelli lasciava a volte spazio Masciangelo, poco cercato dai compagni, ma poi riusciva sempre a chiudere bene quando l’esterno giallorosso cercava il cross aspettandolo al momento opportuno. Beruatto se la cavava bene con Letizia mentre Touré faceva maggior fatica. Al Pisa è mancata la qualità nei passaggi. Lucca e Puscas la palla l’hanno vista quasi con il binocolo. Malgrado si siano battuti.
Rialzarsi subito. Nella ripresa la musica cambia di poco anche se il Pisa parte più aggressivo e Beruatto costruisce una buona occasione che Puscas non riesce a finalizzare impattando troppo debolmente di testa. Si fa male De Vitis e allora si cambia di nuovo. Berra va a destra e Birindelli fa il centrale. Acampora e Insigne non sfondano come la volta precedente e Caserta li toglie per cercare maggior sprint con Viviani e soprattutto Elia. Il Pisa continua a tenere lontano il Benevento e potrebbe anche far male. Ma quando arriva sul più bello non riesce a spaccare l’incontro. Sibilli ha sul destro un buon pallone ma calcia debolmente su Paleari, poi Marin tenta la soluzione al volo ma calcia fuori, Lucca era comunque in fuorigioco. D’Angelo toglie Sibilli e Puscas per Torregrossa e Mastinu. Meglio il secondo del primo ma purtroppo arriva la beffa. su uno dei rari cross di Masciangelo nella ripresa Touré chiude leggermente in ritardo poi la palla carambola su Beruatto e arriva a quello che non deve arrivare. Lapadula fa centro anticipando Birindelli e calciando forte e centrale senza dare scampo a Nicolas, mente Leverbe lamenta un fallo di Tello. Da quel momento non si gioca più perché il Benevento congela la partita e spezza il gioco, cercando l’area come aveva fatto fino al momento del gol. Ovvero attraverso i calci piazzati. Si deve fare di più in avanti ma all’Arena la partita sarà diversa. D’Angelo non può più gestire due risultati su tre e lo sa bene. Ora bisogna ricaricare le batterie e sperare di recuperare le energie necessarie per l’ennesima battaglia. Con quella qualità che il Pisa ha nel suo Dna e un pizzico di coraggio in più davanti l’impresa non è certo impossibile. In campionato all’Arena sono cadute tutte le grandi. Servirà quel Pisa formato gigante visto in casa  con Monza, Benevento stesso, Lecce e Cremonese. Si può fare.

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