La vittoria della volontà, dell’orgoglio, della compatezza. L’1-0 sul Benevento firmato dal sinistro di Cohen in apertura è un punto di ripartenza fondamentale nella stagione del Pisa perché D’Angelo, dopo cinque gare senza vittoria, ha ricevuto le risposte che voleva dalla squadra.
Le mosse di D’Angelo. Il tecnico pescarese ha saputo sopperire alle assenze di tre elementi chiave come Lucca, Nagy e Touré per squalifica, ai quali si è aggiunto De Vitis per infortunio,  sorprendendo il Benevento con il 3-5-2, indovinando la mossa Piccinini e leggendo bene la gara in corso d’opera malgrado qualche sofferenza. E’ vero che il Benevento ha tenuto il possesso palla per larghi tratti della gara, soprattutto dopo l’ottima prima mezz’ora del Pisa, ma è altrettanto vero che prima del brivido finale l’ultima vera palla gol è stata quella di Ionita al 55′. Per due volte Masucci poteva raddoppiare ma stavolta al numero 26 nerazzurro è mancata la precisione, nel primo caso, e l’allungo vincente nel secondo. Al netto comunque di una prestazione di grande sacrificio e corsa. A tratti si è rivisto anche un gioco con trame in velocità molto interessanti quando la squadra riusciva a spezzare il ritmo e rubar palla agli avversari. D’Angelo ha vinto così la sfida a distanza con Caserta, alla terza sconfitta di fila, che probabilmente non è riuscito ancora a far diventare incisiva una squadra con tanti ottimi solisti ma apparsa meno compatta e affamata del Pisa. Al netto di un elevato tasso tecnico.
Potere alla difesa. O meglio alla fase difensiva, visto che dopo cinque partite la squadra torna a non subire gol. La difesa quindi  è tornata ad alti livelli sia a tre , Hermannsson centrale ha fatto molto bene, sia in quella a quattro con Caracciolo che si completa alla grande con Leverbe che ha compiuto una grande chiusura su Lapadula, entrato nel secondo tempo. L’unico appunto da muovere è la gestione di quel pallone a quindici secondi dalla fine che porta al gol in mischia di Improta, poi annullato. Il fuorigioco di Lapadula è netto, brava la linea difensiva a restare concentrata e salire, ma non si doveva far crossare l’avversario quando sei con il pallone nelle mani del portiere a un centimetro dal traguardo. Per il resto ottima anche la mossa degli esterni alti con Birindelli e Beruatto che hanno spinto e al tempo stesso contenuto piuttosto bene avversari come Ionita, Insigne, Letizia, Foulon e quando è entrato Elia. Nel mezzo un po’ di fatica tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo ma alla fine Piccinini è venuto fuori bene e Marin si è confermato uomo ovunque. Gucher non ha ancora la brillantezza ma anche lui ha stretto i denti e ha fatto giocate importanti.
Cohen crea, Nicolas conserva. Tutti bravi ma ovviamente una menzione speciale va a Nicolas, per almeno tre parate decisive, e a Cohen che finalmente D’Angelo ha lanciato dal primo minuto. Il brasiliano è stato strepitoso soprattutto sulla parata a mano aperto sul tiro di Ionita a colpo sicuro ma anche sui due tentativi di Improta. Sempre attento e pronto nelle uscite. L’errore con il Pordenone non ha pesato. Se Nicolas è un protagonista consolidato Cohen non partiva titolare da cinque partite. La sua esclusione, visto anche la spesa estiva sostenuta dal Pisa, ha fatto rumore. Stavolta l’israeliano ha convinto in pieno non solo per il gol su punizione ma anche per tante giocate concrete e per le punizioni guadagnate. Compresa quella del gol. Il secondo in campionato. Con la speranza che questa sia una grande ripartenza per lui e per un Pisa che ha ritrovato quella cattiveria, corsa e voglia di vincere delle prime giornate.

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