Lunga ed interessante intervista del Presidente del Pisa SC Giuseppe Corrado al quotidiano “La Gazzetta dello Sport” nel corso della quale ha raccontato la filosofia di lavoro del club: “Il calcio non è più quello dell’imprenditore locale che per soddisfare il proprio ego metteva soldi nella squadra. Il calcio è un’attività industriale. «Il calcio fattura 3 miliardi di euro a fronte di quasi 5 di debiti. Le gestioni e le vecchie abitudini sono rimaste. Pensate a tanti d.s. esperti di calcio applicati alla gestione dell’azienda: dovrebbe essere il contrario, manager laureati con esperienza nel calcio. E si pensa ancora che una vittoria sia la panacea di tutti i mali“. Corrado parla anche di Lucca: “Lo voleva anche il Sassuolo. La richiesta del Palermo era di 3 milioni, noi ne offrivamo 2. Knaster ha detto: “Se il giocatore è forte, 2 o 3 non cambia. Cosa ha il Sassuolo più di noi? La Serie A: facciamo capire a Lucca che con lui ci possiamo arrivare”. E abbiamo chiuso: il Sassuolo si è ritirato e con i bonus abbiamo soddisfatto il Palermo“. Il Presidente neroazzurro prosegue parlando della valutazione: “Non lo so, ma se facciamo 20 milioni Knaster si è già ripagato l’investimento. Non abbiamo ancora un progetto su di lui, di sicuro genera valore all’impresa e le opportunità si creano attraverso le prestazioni. L’importante è mantenere equilibrio“. Corrado esprime anche un altro concetto rispondendo ad una delle domande del giornalista Nicola Binda che chiede se: “I tifosi capiscono”: “Purtroppo no, soprattutto quelli del calcio di una volta. Ma un imprenditore è come il tifoso, le aspettative sono alte. Non possiamo stare 10 anni in B così. A chi non piacerebbe andare in A? Però con le basi giuste, come il Sassuolo che è l’esempio che seguiamo. Sapendo che Pisa è una piazza molto più grande“.

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